Dato che anche e, come già visto sopra (qui) per ma, ha spesso valore di segnale discorsivo (ovvero di elemento che serve a modulare e amalgamare le diverse fasi di un testo), più che di semplice congiunzione, essa può trovarsi non soltanto dopo una virgola, ma addirittura dopo un punto o a inizio discorso, come nel seguente titolo di giornale: «E Roberto disse al boia “Sono andato bene?”» (repubblica.it, 2011).
Tra i due elementi uniti da una e può esservi un cambiamento di piano discorsivo (vale a dire che i due membri della coordinazione non sono perfettamente omogenei e non hanno il medesimo peso), pertanto talora la virgola, o il punto virgola, sono addirittura consigliabili: «Le cose possono cambiare, e molto in fretta» (repubblica.it, 2015); «Achille Campanile si era portato avanti con le sue Tragedie in due battute, e sono passati sessant’anni da quando Augusto Monterroso ha scritto il romanzo più breve di tutti i tempi» (repubblica.it, 2014); «Costui vide, e chi non l’avrebbe veduto? che l’essere il pane a un prezzo giusto, è per sé una cosa molto desiderabile; e pensò, e qui fu lo sbaglio, che un suo ordine potesse bastare a produrla» (Manzoni).
Il divieto d’uso della virgola prima di e, pertanto, risulta uno dei luoghi comuni sulla lingua italiana da respingere fermamente.