Il futuro può essere usato anche per esprimere un’azione passata

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Il futuro non ha soltanto un valore temporale, cioè quello di esprimere un’azione posteriore al tempo presente: «dopo l’esame mi prenderò un periodo di riposo» (in questo caso è ammesso anche il presente: «dopo l’esame mi prendo un periodo di riposo»). Esso può anche avere valore modale, vale a dire che serve ad esprimere l’atteggiamento del parlante (o dello scrivente) sul grado di probabilità di quanto sta affermando. Quest’ultimo valore prende anche il nome di epistemico, e corrisponde a quello di un avverbio come probabilmente, forse e simili: «avrà sui trent’anni»; «saranno le otto e mezza»; «conosco troppo bene i tuoi gusti: questo film ti avrà fatto schifo». L’uso modale del futuro, come si vede, tocca anche il futuro anteriore, che, anzi, in questa funzione è molto più frequente del futuro temporale.
Non c’è dubbio che l’uso modale è più frequente in contesti colloquiali, mentre quello temporale è di registro più formale e più tipico della lingua scritta che non di quella parlata (dove, come abbiamo visto, spesso è soppiantato dal presente). A differenza del futuro temporale, quello modale non può essere sostituito dal presente, pena il mutamento sostanziale del significato della frase.