Il modo gerundio, essendo un modo indefinito (come l’infinito e il participio), ovvero essendo impiegato soltanto in proposizioni implicite, non possiede di norma un soggetto espresso, ma soltanto sottinteso. Per questa ragione, il soggetto di un modo indefinito non può che essere lo stesso del verbo reggente. Per esempio, in «lavoro per vivere», il soggetto di “vivere” non può che essere “io”, ovvero il medesimo soggetto della proposizione reggente con il verbo “lavoro”. Così con il gerundio, per esempio in: «andando a scuola ho incontrato Mario»; il soggetto di “andando” è “io”, che è anche il soggetto di “ho incontrato”.
Per queste ragioni, un esempio come il seguente è sbagliato: «non sopporto i ritardatari, mancando di rispetto», dal momento che il soggetto della principale è “io”, mentre quello della subordinata al gerundio è “essi”; la frase corretta sarebbe pertanto: «non sopporto i ritardatari, perché mancano di rispetto».
Talora può accadere che il gerundio abbia un soggetto diverso dalla reggente, soprattutto se ha un valore impersonale, oppure se ha un suo soggetto espresso. Si parla, in questi casi, di “gerundio assoluto”: «l’aria del satellite non è respirabile dagli umani se non impiegando maschere filtranti»; «mio nonno lo aveva visto ragazzino, essendoci un otto o nove anni di differenza» (Pennacchi). Tali casi andrebbero comunque ridotti al minimo indispensabile, per non generare ambiguità nel lettore (o nell’ascoltatore) e per non appesantire la sintassi del testo.