QUESITO:
- Adesso mi resta finire / di finire / da finire il mio lavoro e poi potrò andare a casa.
- Adesso mi manca finire /di finire / da finire i compiti per le vacanze.
Con i due verbi in questione sono ammesse tutte e tre le possibilità, cioè infinito senza alcuna preposizione, infinito con la preposizione di e infinito con la preposizione da? Se no, quali sono le forme corrette?
Sul Treccani si parla della possibilità del verbo restare di essere seguito da di o da, ma si riferisce ad un’altra accezione del verbo. Posso dire di aver sentito utilizzare i suddetti verbi con o senza preposizione (da, di) ma ciò non è prova che conferma la correttezza dei costrutti e purtroppo sui vari vocabolari online non ho trovato nulla.
RISPOSTA:
Le opzioni proposte sono tutte accettabili. Il verbo restare, con riferimento a un’azione che si deve ancora compiere, può reggere l’infinito senza alcuna parola di collegamento oppure introdotto da da o di. In queste costruzioni, la proposizione subordinata all’infinito funge da soggetto di restare: nella sua prima frase, per esempio, finire/da finire/di finire i compiti è il soggetto di resta. Esiste anche un uso personale di restare, nel quale il verbo regge da o di + infinito, ma ha un soggetto all’interno della stessa proposizione e prende il significato di ‘cessare, smettere’ (“Non resterò già mai di lacrimare”, Poliziano; “una volta restò dal remare”, Fogazzaro).
Anche il verbo mancare ammette sia la costruzione impersonale (più comune) sia quella personale, come restare. Nella costruzione impersonale sono ammesse tutte le reggenze viste per restare; in quella personale, invece, è ammessa soltanto la reggenza di + infinito. Quest’ultima è propria di testi letterari e di contesti di elevata formalità, come dimostra l’esempio del discorso di Luigi Einaudi riportato dal GDLI: “una proposta, la quale non può mancare di suscitare obbiezioni gravi”.
Francesca Rodolico