QUESITO:
Potrebbe aiutarmi a chiarire il significato dell’espressione “curare la traduzione”. Il Treccani dice: “C. l’edizione di un’opera (d’altro autore), prepararne il testo per la pubblicazione, per lo più attraverso l’esame comparativo della tradizione a stampa e, quando si risalga a manoscritti, mediante le varie operazioni della critica testuale”. Penso, forse erroneamente, che possa significare anche ‘tradurre’. Che cosa si evince dalla frase: “Egli curò la prima traduzione mondiale”?
RISPOSTA:
Curare e a cura di sono spesso usati in modo improprio o quantomeno allargato. Nel caso da lei segnalato, è evidente che “curò la traduzione” è semplicemente un modo avvertito come più formale e ricercato di dire ‘tradusse’. A me è capitato recentemente di vedere articoli scritti da autori che però figuravano sotto la dizione a cura di.
Non v’è dubbio che il significato più preciso sia quello segnalato dalla Treccani, e che dunque il curatore sia diverso dall’autore. Tuttavia, usi in cui con a cura di si intenda in realtà l’autore (o il traduttore) sono assai frequenti.
Dietro serpeggia la solita paura, brillantemente diagnostica da Italo Calvino come antilingua, di chiamare le cose col loro nome e la volontà di nobilitarle a tutti i costi, spesso in modo ridicolo. Come se un semplice traduttore si prendesse cura del proprio lavoro meno di un più generico, professionale (e meno materiale) curatore.
Fabio Rossi