A proposito di…locuzioni!

Pubblicato Categorie: Istruzioni per l'uso

Nel parlato si sente dire spesso a proposito che il nostro Andrea va in giro a dire di essere una persona onesta…: quell’a proposito può essere seguito dal che?

Attualmente in italiano non esiste la locuzione congiuntiva a proposito che, ma esiste soltanto la locuzione preposizionale a proposito di, che introduce un complemento di argomento. A proposito che il nostro Andrea… dovrebbe essere costruito con una perifrasi relativa: a proposito del fatto che Andrea…

Fabio Ruggiano

 

La locuzione a quel tempo funziona anche riferita al futuro? Es. “A quel tempo accadrà questo”. Per in quel tempo le grammatiche dicono che può riferirsi sia al passato che al futuro, ma non trovo specifiche riguardo alla forma con a.

L’espressione a quel tempo è usata esclusivamente in riferimento al passato, sebbene non ci siano ragioni semantiche o sintattiche a sostegno di questa restrizione. Si tratta di uno dei tanti usi che si impongono per convenzione. Diversamente, l’espressione in quel tempo e l’avverbio allora (si noti, dal latino ad illam horam) possono riferirsi al futuro, sebbene siano quasi sempre diretti al passato.

Fabio Ruggiano

 

Desidererei sapere se l’espressione a quanto mi è stato detto,  per significare ‘stando a quello che mi hanno detto’, può essere considerata corretta. A orecchio direi senz’altro di sì ma, ragionandoci sopra, quel quanto mi pare poco sensato in questo contesto.

Le due frasi sono equivalenti. La prima frase da lei proposta è una proposizione limitativa esplicita introdotta dalla locuzione a quanto (qui quanto è un pronome relativo, corrispondente a quel che); la seconda è una proposizione limitativa implicita, introdotta da stando a quel che, a sua volta, introduce la relativa che mi è stato detto. In generale, le proposizioni limitative esplicite possono essere introdotte da aper da: “A / Per / Da quanto mi è stato detto [prop. limitativa], l’esame sarà giovedì [reggente]”; quelle implicite, invece, sono introdotte da costrutti come il gerundio del verbo stare + a quel che, equivalente alla locuzione per quel che.

Raphael Merida

 

In una frase come restare a / al fianco di un nazista è meglio usare a oppure al prima della parola fianco?

Al fianco di e a fianco di sono usate oggi in modo intercambiabile, un po’ come al livello di e a livello di. La perdita dell’articolo è una conseguenza della solidarizzazione a cui è soggetta l’espressione, cioè del fatto che i parlanti la percepiscano sempre più come un’unica parola, perché è molto frequente nell’uso. A volte, questo fenomeno produce una vera e propria univerbazione, come è successo a soprattutto (sopra + tutto) e come sta succedendo a avvolte (a + volte), che, però, è ancora da considerare sbagliata.
Al fianco è preferito quando è usato come locuzione avverbiale, in casi come questo: “Lei si sforzò di leggere la scena, e con trepidazione vide sua madre sorridere a qualcuno che le stava al fianco” (Ugo Riccarelli, Il dolore perfetto, 2004). È, inoltre, l’unica forma possibile quando ha significato letterale: “Ecco che mi solleva la maglietta, e comincia una tortuosa marcia di avvicinamento fatta di baci e di succhiotti, dal petto fino al fianco” (Sandro Veronesi, Caos calmo, 2006).

Fabio Ruggiano