Ma che grammatica e grammatica?! È ideologia linguistica, baby!

Pubblicato Categorie: Temi di lingua

La lingua italiana appassiona molte persone, non soltanto i grammatici, i linguisti e gli insegnanti. Basta, per rendersene conto, farsi un giretto online per trovare decine di siti, rubriche, blog, pagine facebook, sessioni di chat in cui gli utenti dibattono su questo o quell’uso: è meglio l’indicativo o il congiuntivo, in una data frase? Apostrofo sì o no? Accento grave o acuto? A me mi si può dire? E ma però?

Naturalmente, il nostro DICO è proprio uno dei siti interessati a questi temi. Altri siti analoghi sono elencati nella nostra sezione “Siti amici”. Inoltre, molti giornali e riviste (nazionali, internazionali e locali) contengono rubriche dedicate alla lingua italiana (in chiave brillante e amichevole, non pedante e bacchettona). Eccone un brevissimo elenco:

  1. Famiglia Cristiana ospita, da anni, la rubrica “Parlare e scrivere” di Claudio Marazzini (presidente dell’Accademia della Crusca), dal garbato e accattivante piglio pedagogico.
  2. La Sicilia e Sicilia journal ospitano gli articoli di Salvatore Claudio Sgroi, con verve polemica e militante.
  3. Il Nuovo Quotidiano di Puglia ospita la rubrica “Parole al sole” di Rosario Coluccia, dal brillante tono accademico.
  4. Internazionale, oltre alla rubrica “Le correzioni” di Giulia Zoli, contiene numerosi articoli (dottissimi) di Tullio De Mauro e Annamaria Testa, spesso dedicati a temi linguistici.

A rispondere alle domande dei lettori non sono soltanto linguisti o professori (com’è il caso di Marazzini, Sgroi, Coluccia e De Mauro): a volte sono giornalisti o copy editor (come è il caso della brillante autrice della rubrica di Internazionale, Giulia Zoli) o pubblicitari ed esperti di comunicazione (come Annamaria Testa).

Quel che è certo è che i dibattiti sulla lingua appassionano un po’ tutti, dai più puristi e tradizionalisti (quelli sempre pronti a puntare il dito sugli usi altrui, discettando su giusto e sbagliato, corretto e scorretto: i cosiddetti Grammar Nazi), ai più permissivi. E il sempre crescente uso della rete e dei social networks non fa che amplificare la passione sulla lingua che parliamo, leggiamo e scriviamo.

Proprio per questo, un ambito abbastanza recente della linguistica è quello dell’ideologia linguistica e della Citizen sociolinguistics, vale a dire quella branca della sociolinguistica interessata agli usi, alle idee e ai commenti della gente comune sulla realtà linguistica. In altre parole, non soltanto le regole della grammatica e le strutture della lingua sono di pertinenza della linguistica, ma anche le idee che tutti quanti abbiamo sui nostri idiomi e stili e su quelli degli altri. In quest’ottica, gli “errori” sono importanti almeno tanto quanto le forme “corrette” e, soprattutto, concetti come “errore”, “corretto”, “norma” ecc. non sono dogmi dati una volta per tutte, bensì idee da inquadrarsi socialmente e storicamente e dunque, come tutto ciò che è umano, soggette a continua negoziazione, ridefinizione, rimodulazione tra i parlanti e gli scriventi.

Sui temi dell’ideologia linguistica è nato da qualche anno un gruppo di ricerca internazionale (diretto dai professori Sabine Schwarze dell’Università di Augsburg e Wim Remysen dell’Università di Sherbrooke a Montreal) che ha fondato anche una rivista plurilingue (scritta in italiano, francese e spagnolo) intitolata Circula: rivista di ideologie linguistiche, liberamente e gratuitamente accessibile online: http://circula.recherche.usherbrooke.ca/

Vi contribuiscono anche gli autori di DICO, ai cui articoli rimandiamo per saperne di più su questi argomenti.

Fabio Rossi

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