QUESITO:
Vorrei sapere se le seguenti forme sono corrette:
1. Ai giorni d’oggi.
2. Non c’è un momento significativo che ho vissuto/abbia vissuto in questi luoghi.
3. Giornata affaticante.
4. Vicino a lei ci sono due donne e un uomo neri.
5. Il conducente gli grida/grida loro di sgomberare i posti dove sono seduti.
6. Tornato a casa riabbracciai i miei genitori e gli raccontai/ raccontai loro…
RISPOSTA:
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No, la forma corretta è al giorno d’oggi, una locuzione che si è cristallizzata nel tempo per indicare il tempo presente. Tuttavia, ai giorni d’oggi è variamente attestata in rete ed è probabilmente una variante che si è sviluppata tramite sovrapposizione con la locuzione ai giorni nostri, che ha più o meno un significato simile. La variante ai giorni d’oggi, inoltre, risulta controintuitiva perché il plurale giorni (un periodo temporale non quantificabile) entra in contrasto con oggi (un periodo temporale quantificabile).
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Vanno bene entrambe: la variante con l’indicativo è meno formale di quella con il congiuntivo.
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Corretta. L’aggettivo affaticante tende a innalzare la formalità dell’espressione per via della sua rarità (è marcata come “raro” dai principali dizionari dell’uso). È più comune l’aggettivo faticoso.
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Corretto. Il maschile sovraesteso (neri) è previsto dalla lingua italiana ed è valido per qualsiasi tipo di registro perché si tratta di un genere grammaticale non marcato; in questo caso non siamo di fronte a un fatto grammaticale, ma a un fatto ideologico. Potremmo scrivere e dire anche “Vicino a lei ci sono due donne nere e un uomo nero”, ma allungheremmo inutilmente il testo. Su quest’argomento, la rimando a questa risposta: Concordanza di genere e numero e maschile sovraesteso – DICO – Dubbi sull’Italiano Consulenza Online
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La variante con il pronome atono gli al posto di loro è senz’altro corretta in quasi tutti i contesti d’uso, tranne che per quelli altamente formali nei quali è preferibile loro.
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Come 5.
Come può notare, escludendo la prima, tutte le frasi che ha proposto ammettono pacificamente entrambe le varianti. In casi come questi non si tratta di una questione di correttezza, ma di varietà dell’italiano.
Raphael Merida