Una breve introduzione sullo “sproloquio”

Categorie: Lessico e fraseologia, Morfologia, Semantica

QUESITO:

Da quello che so, sproloquiare ha come sinonimo ‘parlare a vanvera o a sproposito, straparlare’. Volevo sapere se ‘parlare in maniera spropositata’ rientra nello sproloquiare.
Da una ricerca che ho fatto sul dizionario Treccani, spropositato significa ‘pieno di spropositi, di gravi errori: un tema s., anche se non privo di idee; un discorso s. e confuso; per cui dire che una persona che fa un discorso spropositato sproloquia è corretto? C’è sinonimia tra sproloquiare parlare in maniera spropositata (intendendo ‘fare discorso pieno di spropositi’)?

 

RISPOSTA:

Uno sproloquio è una introduzione (in latino proloquium) che degenera (come indica il prefisso s-) in un discorso. Chi sproloquia, quindi, fa un discorso troppo lungo rispetto al dovuto e, nonostante questo, non arriva a nessuna conclusione, perché il suo discorso non è altro che l’introduzione di un altro discorso. Nella parola sproloquio, come si vede, è contenuta sia l’idea dell’eccesso verbale, sia quella della inanità, che, in effetti, spesso accompagna l’eccesso. Non è contenuta, invece, l’idea della scorrettezza grammaticale. 
Di conseguenza, uno sproloquio è per sua natura spropositato, cioè ‘fuori da ciò che è proposto’ (suffisso s- + il latino propositum ‘proposto’), nel senso di ‘diverso da quello che si propone di essere’. Si badi che spropositato si riferisce sempre alla quantità, non alla qualità, quindi non allude a possibili errori, sebbene sproposito, invece, indichi tipicamente l’errore grave. C’è, quindi, uno scarto semantico tra sproposito ‘errore grave’ e spropositato ‘eccessivamente grande o lungo’. Se, quindi, uno sproloquio è certamente un discorso spropositato, non è altrettanto certamente (ma non si può escludere che lo sia) un discorso pieno di spropositi.
Si tratta di una distinzione sottile: spesso, infatti, si considera l’eccesso verbale come automaticamente comprensivo di una buona dose di errori. Non a caso, il verbo straparlare, che si riferisce a persone che non sono pienamente in possesso delle proprie capacità mentali, contiene entrambe le idee presenti in sproloquiare, quella dell’eccesso e quella dell’inutilità, ma allude anche alla presenza di errori nel discorso. A straparlare si avvicina l’espressione (parlare) a vanvera ‘senza riflettere, a caso’, che sottolinea, però, più che la perdita della ragione da parte di una persona solitamente savia, lo sforzo di parlare a proposito da parte di una persona che è momentaneamente o congenitamente incapace di farlo.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Etimologia, Verbo
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