“Se volessi che tu…”

Categorie: Pragmatica e testualità, Semantica, Sintassi

QUESITO:

Vorrei sapere se queste protasi richiedono, nell’oggettiva che segue, il congiuntivo presente o passato o se, come ho sentito dire, entrambe le soluzioni sono accettabili:
1) Se volessi che tu fossi (o sia)…
2) Se credessi / ritenessi / immaginassi che tu fossi (o sia)…
3) Se temessi che tu fossi (o sia)…
4) Se mi meravigliassi che tu fossi (o sia)…

 

RISPOSTA:

Le sue quattro frasi iniziali sono del tutto equivalenti dal punto di vista sintattico. Il dubbio sulla scelta del tempo del congiuntivo deriva dal fatto che l’ipotesi presentata nella proposizione reggente è situata nel presente (= se oggi volessi / credessi / temessi / mi meravigliassi…) ma è espressa con un tempo passato, l’imperfetto, in accordo con le regole della proposizione ipotetica. Ricordiamo che secondo la consecutio temporum, particolarmente vincolante per le proposizioni completive, il presente indica contemporaneità nel presente, quindi è coerente con la situazione descritta, l’imperfetto esprime contemporaneità nel passato, quindi è coerente con il tempo che esprime il dubbio nella proposizione ipotetica reggente. L’imperfetto è, inoltre, attratto dalla costruzione sottostante che sovrappone l’ipotetica alla completiva: se temessi che tu fossi = se tu fossi
In conclusione, l’imperfetto è difendibile, ma la scelta più sensata è il presente, perché lo stato dell’essere è, come detto, contemporaneo rispetto a un evento presente, sebbene espresso con l’imperfetto per una regola sintattica (la costruzione della proposizione ipotetica).
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Verbo
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