Quando un’azione può “essere opportuna”

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

Mi è stato contestato questo scritto, perché ritenuto inelegante: “X disse che era opportuno che Y non avesse fatto ciò”. Forse la vicinanza dei due che può disturbare?

 

RISPOSTA:

È certamente consigliabile, ove possibile, evitare la sequenza di più che con la stessa funzione (come in questo caso). Si tratta, però, di un peccato veniale; più discutibile, semmai, è la scelta delle forme verbali. La valutazione sulla opportunità di un’azione tipicamente precede o è contemporanea all’azione stessa; difficilmente la segue. Ci sono altre espressioni sinonimiche rispetto a essere opportuno che possono esprimere una valutazione successiva, per esempio essere una fortuna ed essere un bene. Queste espressioni possono esprimere una valutazione successiva dell’azione perché riguardano sia l’azione sia il suo risultato, mentre essere opportuno riguarda essenzialmente l’azione (un risultato si può definire un bene o una fortuna, mentre difficilmente si definirebbe opportuno).
Per questo motivo la frase che comincia con era opportuno difficilmente può continuare con una soggettiva al trapassato; ci si aspetta piuttosto un imperfetto, che instaura con era un rapporto di contemporaneità nel passato con proiezione nel futuro: era opportuno che X non facesse (in quel momento o in seguito). Se, però, è necessario descrivere l’azione con il trapassato, per evitare che la valutazione si trovi a essere successiva la si può anticipare descrivendo anch’essa al trapassato (era stato opportuno che X non avesse fatto). Certo, secondo la consecutio temporum, se descrivo l’azione con il trapassato, l’azione sarà sempre precedente alla valutazione, anche se descrivo la valutazione al trapassato; questo riporta al problema iniziale. Nella frase era stato opportuno che X non avesse fatto, cioè, il fare precede l’essere opportuno proprio come nella frase era opportuno che X non avesse fatto. In linea di principio questo è vero, ma bisogna considerare che quando due eventi (nel nostro caso un’azione e uno stato) sono entrambi al trapassato, il loro rapporto temporale reciproco sfuma e tendiamo a considerarli semplicemente passati. La sequenzialità in questi casi è affidata alla logica, quindi interpretiamo automaticamente l’essere opportuno come contemporaneo al fare: per questo motivo era stato opportuno che X non avesse fatto è più accettabile di era opportuno che X non avesse fatto.
la frase sarebbe corretta anche nella forma sarebbe stato opportuno che X non facesse, ma cambierebbe di significato, perché il condizionale sarebbe stato lascerebbe intendere che l’azione è stata effettivamente compiuta. Al contrario, l’indicativo era stato veicola l’idea che l’azione non sia stata compiuta. Inoltre, il condizionale passato ha lo svantaggio di rimanere sempre a metà strada tra l’anteriorità e la posteriorità nel passato e l’imperfetto nella subordinata non permetterebbe di disambiguare questo tratto: disse che sarebbe stato opportuno che X non facesse, infatti, può anche spostare la valutazione e l’azione nel futuro rispetto a disse.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Verbo
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