QUESITO:
Prendo spunto da questa risposta , in cui ho avuto modo di apprendere le vostre indicazioni circa l’inserimento di predicati al presente in costruzioni al passato.
Nonostante la vostra spiegazione sia stata, come al solito, comprensibile ed esauriente, vorrei, se possibile, addentrarmi un po’ nella materia. Anche in periodi molto complessi è consentita l’alternanza di tempi diversi a seconda della condizione della situazione proposta o è preferibile, laddove attuabile, mantenere la narrazione “sulla stessa linea”?
Un esempio:
Per prima cosa domando se la narrazione possa essere ritenuta valida, anche se Ernest è ancora in vita e continua a portare tale nome, il molo continua a insinuarsi nella baia e la montagna con le sue vette continua a lambire il cielo. Tali predicati potrebbero essere tramutati in indicativo presente per conferire alle descrizioni un carattere di attualità o ciò potrebbe generare delle stonature sintattiche?
Quale soluzione suggerireste, purché siano entrambe corrette?
RISPOSTA:
Le soluzioni che lei propone sono ugualmente valide. La prima lascia aperta la questione della persistenza degli elementi descritti nel presente; la seconda, invece, ne fa il centro dell’interesse. Questo è un caso di scelta espressiva e narrativa, che va valutato da una parte alla luce del gusto e dello stile scrittorio, dall’altra considerando i fini della narrazione, cioè quanto sia importante, nel meccanismo narrativo, che gli elementi siano descritti come ancora attuali.
Fabio Ruggiano