QUESITO:
Leggo: “La sua occupazione doveva essere cucinare le castagne che trovava nel bosco”.
L’impiego dell’imperfetto dell’indicativo credo che sia corretto, in quanto veicola la scioltezza del periodo; per curiosità intellettuale e pignoleria analitica, vi domando se le seguenti alternative siano altrettanto valide:
a) La sua occupazione avrebbe dovuto essere cucinare le castagne che avesse trovato (aggiunge una sfumatura ipotetica).
b) La sua occupazione avrebbe dovuto essere cucinare le castagne che avrebbe trovato (la subordinata è posteriore alla principale e si costruisce quindi con il condizionale composto).
c) La sua occupazione avrebbe dovuto essere cucinare le castagne che trovasse (la subordinata è contemporanea alla principale).
Penso che il predicato della principale, qualora si volesse eliminare l’incertezza dell’evento, potrebbe essere sostituito da sarebbe stata / o: “la sua occupazione sarebbe stata cucinare le castagne che avesse trovato / avrebbe trovato / trovasse”.
Concludo chiedendo se, in generale, l’imperfetto dell’indicativo, come anticipato poc’anzi, sia la forma “sciatta” del più ricercato (ma talvolta pesante) condizionale passato, in particolare quando si ha a che fare con il verbo potere.
d) La sua paura poteva giocargli un brutto tiro,
benché corretta, non si potrebbe sostituire con
e) la sua paura avrebbe potuto giocargli un brutto tiro
senza stravolgere la sintassi della frase (e quindi i rapporti temporali tra reggente e subordinata)?
RISPOSTA:
L’indicativo imperfetto nella frase iniziale può essere interpretato in due modi: come fa lei, oppure con valore epistemico: ‘La sua occupazione era sicuramente cucinare le castagne…”. La parafrasi da lei proposta, con il condizionale passato, annulla questa seconda possibilità e seleziona il valore di futuro nel passato. Ovviamente questa scelta può essere fatta solamente conoscendo il contesto della frase, dal quale si evinca il vero valore dell’imperfetto.
L’imperfetto può avere i due valori appena visti, ma anche quello di ipotesi remota: se lo sapevo = ‘se lo avessi saputo’. Si tratta di valori sfruttati nell’italiano dell’uso medio, ampiamente accettati, non “sciatti” sebbene da non preferire in un contesto formale, specialmente scritto. Innanzitutto perché possono essere ambigui, perché compresenti, come in questo caso. Forse il concetto, che comunque non mi è chiaro, di scioltezza del periodo da lei evocato si riferisce a questa ambiguità?
La stessa ambiguità si trova nella frase d: poteva giocargli può significare ‘a volte gli giocava’ (si noti l’emersione del significato probabilistico del verbo potere, laddove nella prima frase vista sopra il verbo dovere assume un significato epistemico) oppure ‘avrebbe potuto giocargli’. La riscrittura e seleziona solamente quest’ultimo valore.
Le alternative a, b, c per la subordinata relativa modulano il grado di certezza dell’emittente sull’avvenimento del trovare le castagne: il condizionale passato lo rappresenta come futuro rispetto al momento in cui l’occupazione è stata assegnata; i due congiuntivi lo rappresentano non tanto come futuro (che è un tratto implicito), ma come possibile (che trovasse = ‘se le trovasse’) o come improbabile (che avesse trovato = ‘se le avesse trovate’).
Fabio Ruggiano