1. QUESITO:
Gentile staff DICO,
nonostante la mia lunga esperienza nel mondo accademico, ho sempre avuto alcuni dubbi su come si debba scrivere correttamente una mail. Nel mio caso, diretta ai professori universitari, ai quali rivolgo richieste molto comuni ( ad esempio fissare una appuntamento nelle loro ore di ricevimento oppure avere chiarimenti in merito a seminari, convegni ecc…). Purtroppo non ho mai trovato una fonte ufficiale (come testi), che mi abbiano fornito le indicazioni, a parte qualcuna.
Vi ringrazio previamente per La vostra cortesia.
Cordiali Saluti.
1. RISPOSTA:
Cominciamo col dire che la sua e-mail è scritta benissimo, e dunque potrebbe ben essere proposta a modello di stesura. Con un’unica omissione: non ha scritto il suo nome e cognome alla fine del messaggio, come invece sarebbe buona norma fare sempre.
Per il resto, sarebbe necessario distinguere sempre tra l’ambito informale (nel quale non vi sono regole particolari da seguire, se non quelle generali dell’italiano) e quello formale, come quello da lei suggerito: vale a dire una e-mail di lavoro, per es. a professori. In quest’ultimo caso, la posta elettronica non differisce molto dalle vecchie lettere cartacee: si inizia con il rivolgersi al proprio destinatario, con i titoli del caso: Gentile, Chiar.mo ecc.
Dopo un a capo, meglio ancora se con un rigo bianco, segue il testo della lettera, che si deve concludere con i saluti e con la firma (nome e cognome).
Si può omettere la data, che è, nella posta elettronica, inserita automaticamente dal sistema. Il soggetto o oggetto (l’argomento) non occorre specificarlo nel corpo del messaggio, visto che c’è l’apposito campo Oggetto nei sistemi di posta elettronica.
Se la mail è molto formale, si può anche (non è indispensabile) optare per la maiuscola di cortesia, da utilizzare tutte le volte che ci si rivolge al destinatario: Lei, Suo, Vostra ecc., esattamente come fa lei (io, invece, in questo caso opto per la forma più confidenziale, con l’iniziale minuscola), nella sua (bella) mail. L’importante è la coerenza: in un medesimo messaggio, o l’iniziale maiuscola di cortesia si scrive sempre, o mai, non qualche volta sì e qualche volta no, altrimenti si dà l’impressione di trascuratezza e disordine e di essere scriventi inesperti.
Poche, elementari regole, che possono essere reperite, per es., nei manuali di scrittura correnti. Recentemente, l’Accademia della Crusca sta vendendo, tutti i venerdì, insieme con La repubblica, dei volumetti sull’italiano. La terza uscita era dedicata proprio alla scrittura online, con qualche indicazione anche sulla posta elettronica.
Fabio Rossi
2. QUESITO:
Quando si scrive una lettera o una mail (come questa ad esempio), dopo l’intestazione, andando a capo io sono abituato a scrivere la parola successiva con prima lettera in minuscolo.
Tuttavia vedo che molti nelle lettere altamente formali procedono mettendo la lettera maiuscola.
Es: Gentile Rossi Mario,
Con la presente sono ad informarLa…
Anche in Cordiali Saluti molti mettono entrambe le parole maiuscole…
2. RISPOSTA:
Poche sono le regole certe sull’iniziale maiuscola; il suo uso è legato soprattutto a convenzioni più o meno stabili e deduzioni ragionevoli. A proposito delle e-mail formali, che possiamo assimilare alle lettere cartacee, iniziare il corpo della lettera, subito sotto l’intestazione, con la lettera miniscola è coerente con la presenza, alla fine dell’intestazione, della virgola, che non è seguita di norma dalla lettera maiuscola. C’è da considerare, però, l’a capo che separa l’intestazione dal corpo della lettera, tipicamente seguito dalla maiuscola. Tra le due motivazioni direi che più forte è la virgola, che implica l’iniziale minuscola; non mi sentirei, però, di condannare come scorretta l’iniziale maiuscola. Per quanto riguarda la doppia maiuscola in Cordiali Saluti (senza considerare l’eventuale precedenza del punto fermo, che ovviamente richiederebbe la maiuscola per Cordiali), siamo di fronte a un uso enfatico di questo tratto grafico, del tutto soggettivo e legato allo stile personale; si tratta di una scelta non impossibile (proprio perché l’uso della maiuscola è poco regolato), ma difficilmente giustificabile.
Fabio Ruggiano