I diversi valori della preposizione “in”

Categorie: Morfologia, Semantica, Sintassi

QUESITO:

Insegno italiano in Germania e qualche giorno fa uno studente dei miei corsi ha formulato la seguente domanda: «In cosa vai a Berlino?».

Subito non ho colto il significato della domanda e ci ho messo qualche secondo a coglierne il senso. La domanda mi suonava un po’ strana, ma lo studente si è giustificato dicendo che io avevo spiegato che se la pasta si mangia con la forchetta, la domanda è «Con cosa mangi la pasta?», se la penna mi serve per scrivere, la domanda è «Per cosa ti serve la penna?», quindi lui ha detto che se la risposta è «Vado a Berlino in treno», la domanda doveva essere «In cosa vai a Berlino?». Subito ho notato che nelle prime due domande c’era un sostantivo  (la forchetta e la penna), mentre nell’ultima domanda no, ma non credo sia questo il problema.

La domanda con la preposizione in continua a suonare strana alle mie orecchie, ma grammaticalmente non vedo errori. Qual è la vostra opinione in merito?

 

RISPOSTA:

L’osservazione del suo studente è molto acuta, e il caso è veramente interessante, direi esemplare sull’importanza di illustrare i diversi valori logici e funzionali delle preposizioni (e delle parole grammaticali in genere). Il caso è prezioso, infine, anche perché mostra l’importanza di accostarsi sempre alla didattica dell’italiano (anche L1) con lo stesso approccio col quale si insegna l’italiano L2, cioè senza dare nulla per scontato e incentivando la reazione attiva dei discenti: le domande contano spesso più delle risposte. La vivacità e l’intelligenza del suo studente dimostrano senza dubbio la bontà del metodo del suo insegnante. La ragione dell’inaccettabilità di «In che cosa vai a Berlino» deriva dalla diversa relazione logica instaurata da in, questo caso, rispetto a una relazione di stato in luogo o modo a luogo ristretto, come per es. «Ho nascosto l’anello in un cassetto». In quest’ultimo caso, la relazione è decisamente locativa, e la domanda giusta sarebbe dunque dove: «Dove hai nascosto l’anello?». Ancorché poco comune, tuttavia, non sarebbe inaccettabile neppure «In che cosa hai nascosto l’anello?». Se, per es., si volesse sottolineare il luogo fisico entro cui si è rinchiusi per andare a Berlino, la domanda con in, ancorché sempre strana, sarebbe meno inaccettabile: «Vado a Berlino rinchiuso in una macchinetta elettrica»: «In che cosa eri rinchiuso, per andare a Berlino?». Invece, nel caso di «Vado a Berlino in macchina o in treno», la preposizione in introduce una relazione logica di modo o mezzo, non di luogo, e dunque le domande giuste sono «Come vai a Berlino?», oppure «Con quale mezzo vai a Berlino?». Allo stesso modo, «Ci vado a piedi» non potrebbe certo generare la domanda «A che cosa ci vai?», bensì sempre «Come ci vai?».

Fabio Rossi

Parole chiave: Analisi logica, Coerenza, Preposizione
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