QUESITO:
Ho una domanda sulla frase seguente:
“Lui crede che io e te siamo la stessa persona”.
Nel cercare di fare l’analisi logica sono incappato in una descrizione acconcia, nella quale si definiva il significato di COMPLEMENTO PREDICATIVO DELL’OGGETTO.
Alcuni esempi, simili alla frase iniziale, riportati nella descrizione:
“La maestra considerava Maria molto brava“.
“Gli studenti elessero Paolo rappresentante di classe“.
Nella descrizione così si analizzava tale complemento (il corsivo delle frasi):
“È il sostantivo o l’aggettivo che definisce una proprietà del complemento oggetto, quando il verbo sia appellativo (chiamare, soprannominare, apostrofare…), estimativo (credere, ritenere, considerare…), elettivo (nominare, eleggere, incoronare…).
Da tale spiegazione, dove molto brava e rappresentante di classe sono COMPLEMENTI PREDICATIVI DELL’OGGETTO, si è indotti a pensare che, rispettivamente Maria e Paolo siano i complementi oggetto delle frasi, nelle quali La maestra e Gli studenti sono il soggetto.
Allora, seguendo questo schema, nella frase iniziale (“Lui crede che io e te siamo la stessa persona”), LUI sarebbe il soggetto; IO E TE il complemento oggetto e LA STESSA PERSONA il complemento predicativo dell’oggetto.
È ovvio che nella frase “Io e te siamo la stessa persona” presa isolatamente io e te sarebbe il soggetto; siamo il predicato e la stessa persona il complemento oggetto, però la frase tutta intera risponde alla domanda “Lui crede che cosa?”, per cui sarebbe come scrivere, per ricalcare il primo esempio con la maestra e Maria: “Lui crede io e te la stessa persona”.
Cioè, sempre per restare al primo esempio, se io lo riscrivo così “La maestra considerava che Maria fosse molto brava”, cambia anche l’analisi logica e Maria diventa soggetto o rimane comunque complemento?
RISPOSTA:
Il verbo credere può reggere un complemento oggetto o una proposizione subordinata oggettiva. Nel primo caso abbiamo frasi come “Maria crede Luca un buon amico”, nella quale Luca è complemento oggetto e un buon amico complemento predicativo dell’oggetto. Nel secondo caso abbiamo frasi come “Maria crede che Luca sia un buon amico”, nella quale abbiamo due proposizioni, Maria crede (Maria = soggetto della proposizione) e che Luca sia un buon amico. Nella proposizione oggettiva Luca è il soggetto e un buon amico è nome del predicato (detto anche parte nominale).
Aggiungo che il verbo credere preferisce la costruzione con la proposizione oggettiva a quella con il complemento oggetto; per questo motivo “Lui crede che io e te siamo la stessa persona” è più comune di “Lui crede io e te la stessa persona”. Anzi, quest’ultima formulazione risulta del tutto artificiosa e difficilmente sarebbe mai costruita da un parlante nativo.
Fabio Ruggiano