Inauguriamo una nuova rubrica di DICO. Con gli amici di Livinplay (di Reago srl) scopriremo il significato e l’origine di molte parole legate al mondo dello sport.
Molte persone praticano uno sport: calcio, basket, rugby, nuoto ecc. Com’è noto, alcune tra queste discipline affondano radici lontane nel tempo, altre, invece, sono cronologicamente più recenti. Una domanda però sorge spontanea: prima che si diffondesse il termine sport, come ci si riferiva allo sport?
Sport, prestito dall’inglese, è una parola primitiva, cioè è un termine senza affissi (nella parola libro, per esempio, la –o finale è un affisso che determina il maschile singolare della parola), e per ricostruirne la storia, dobbiamo tornare indietro di qualche secolo, cambiare lingua e arrivare al latino DEPORTARE. Il verbo latino è formato dal prefisso de-, che indica un allontanamento, e dal verbo portare, che mantiene lo stesso significato in italiano; il significato del verbo è quindi ‘allontanare’. In latino, comunque, per le attività fisiche come la corsa, la lotta, il lancio del giavellotto non si parlava ancora di sport, ma di agones ‘gare’ (da cui agonistico, agonismo), ludi ‘giochi’ (da cui ludico), certamina ‘lotte, contese’, che avevano spesso un valore simbolico e legato al sacro.
Negli ultimi anni del XII secolo fa la sua comparsa, in un testo veneziano (i Proverbia que dicuntur super natura feminarum), la parola deporti, con il significato di ‘divertimento’ (qui si può ascoltare il testo letto da Roberta Zanchettin):
Muora lo fel cogoço, cornuto e ravaioso,
cui rei fati de femene oimai terrà rescoso:
plui n’à deporti e çogi un rico viln tignoso
ke no à un çentil pover e bontaoso.
(“Muoia lo zuccone fellone, cornuto e rabbioso / che ormai terrà nascoste le malefatte delle donne: / divertimenti e giochi ne ha più un villano ricco e tignoso che un gentile povero e valoroso”).
Successivamente, la voce diporto appare in molti altri testi di aree geografiche diverse (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana ecc.). Tutti gli esempi, però, non fanno mai riferimento a un’attività sportiva, ma esclusivamente a qualcosa di vagamente astratto che crea una condizione di piacere e di gioia.
Per arrivare a sport, bisogna passare al francese antico, che, contestualmente, forma (ancora dal latino DEPORTARE) la parola désport, sempre con un significato analogo a quello italiano di ‘divertimento’. Spostandoci ancora più a Nord, nell’Inghilterra di fine Trecento, compare nel prologo dei Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer la parola disport, con il significato di ‘piacere, svago’:
For trewely, confort ne myrthe is noon
to ride by the weye doumb as a stoon;
and therfore wol I maken yow disport,
as I seyde erst, and doon yow som confort.
(“Perché in verità non c’è gioia né comodità / a percorrere le strade ottusi come la roccia; / e quindi vi procurerò un po’ di svago, / come ho detto prima, e vi darò qualche comodità”).
Se in Italia il termine diporto non trova spazio nella letteratura, in inglese la parola disport, durante il Cinquecento abbreviata nella sua forma attuale sport, inizia a essere usata costantemente fino ad arrivare nell’era moderna con il significato attuale.
In Italia, dobbiamo aspettare l’Ottocento per la diffusione del prestito dall’inglese sport, che avviene anche attraverso i titoli di alcune testate quali L’Eco dello Sport (1881), Lo Sport illustrato (1883), La Gazzetta dello Sport (1894). La parola diporto, ormai ricordo di un italiano antico, viene soppiantata da sport e rimane in vita quasi esclusivamente nella locuzione da diporto ‘da dilettanti, finalizzato allo svago’, usata specialmente nell’ambito sportivo della nautica.
Raphael Merida