L’espressione «lo sapevate che» per taluni grammatici è scorretta

Pubblicato Categorie: Lo sapevate che?

Il pronome lo, in questo caso, è pleonastico, in quanto anticipa l’oggetto che è presente subito dopo il verbo (sotto forma di proposizione oggettiva: «che…»). Questo tipo di costrutto, presente in italiano fin dalle origini, prende il nome di dislocazione a destra (perché l’oggetto si trova a destra del verbo, pur essendo stato anticipato da un pronome): «lo compro io il giornale»; «lo capisco che sei stanca». Esiste anche il costrutto speculare, chiamato dislocazione a sinistra, con l’oggetto che passa davanti al verbo, per essere poi ripreso da un pronome: «il giornale lo compro io»; «che sei stanca lo capisco».
È indubbia la natura ridondante di tali costrutti, i quali, proprio per questo, sono stati osteggiati dai grammatici almeno fino a pochi anni fa, e qualcuno tuttora li ritiene possibili soltanto nel parlato informale e condannabili nello scritto.
Tuttavia va ricordata la presenza delle dislocazioni nella nostra letteratura da secoli, a partire dal più antico testo in lingua italiana: «sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti», nel quale «quelle terre per trent’anni le possedette il monastero di San Benedetto» non è altro che una bella dislocazione a sinistra.
Le dislocazioni rispondono spesso ad esigenze pragmatiche (la pragmatica è quella disciplina che studia la lingua in base alle relazioni tra gli interlocutori, all’efficacia comunicativa dei testi e alla scomposizione delle frasi in partizioni non morfosintattiche, bensì determinate dall’elemento di novità di ciò che viene enunciato) e non sono, dunque, delle cadute di stile. Le dislocazioni servono, infatti, a scandire meglio l’elemento “dato” dall’elemento “nuovo” del discorso (vedi qui) e aiutano a riprendere un elemento già enunciato nel testo oppure a sottolineare l’importanza di elementi che l’autore vuole portare (o riportare) all’attenzione del lettore (o dell’interlocutore). È per esempio il caso di: «Ne ho venduta una oggi, di valigia così» (Calvino), in cui Calvino attira l’attenzione, grazie alla dislocazione a destra, sulla valigia già venduta, molto più che se avesse utilizzato il costrutto non dislocato: «ho già venduto oggi una valigia così».
In alcuni casi la dislocazione a destra si è addirittura grammaticalizzata (o quasi), vale a dire che il pronome ha perso la sua natura pleonastica e si è unito stabilmente al verbo. È il caso, tra gli altri, di verbi quali importarsene, infischiarsene, intendersene ecc.: «me ne infischio del tuo parere» (la forma senza ne suonerebbe strana, o addirittura scorretta).