“Sottendere a”?

Categorie: Lessico e fraseologia Semantica Sintassi

QUESITO:

Mi interessa capire quanto sia corretto usare il verbo sottendere (nell’accezione di ‘stare sotto’, cioè ‘essere sottinteso o appena percepibile’) in forma intransitiva, cioè con a seguito un complemento di termine. È una forma che sento e leggo spesso (e mi piace pure), ma che mi pare non sia contemplata nei vocabolari.

 

RISPOSTA:

Il verbo sottendere è soltanto transitivo nel suo significato letterale (‘unire due punti di un arco’), mentre è sia transitivo che intransitivo nel significato figurato (‘essere alla base’ ma anche ‘implicare’). Quando è usato come intransitivo richiede la preposizione a. Tra la costruzione transitiva e quella intransitiva non ci sono differenze di significato; si tratta di una scelta stilistica. La variante transitiva, che mantiene la costruzione originaria, deve essere considerata più formale; l’altra, probabilmente sviluppatasi per l’influsso della costruzione di sottostare, che è formalmente simile e semanticamente affine, è meno formale. Quest’ultima sembrerebbe, comunque, più diffusa in ambito giuridico e amministrativo (mancano, però, dati quantitativi certi): “La vision che sottende a questo percorso muove da un approccio sistemico” (da www.mim.gov.it); “Il Consiglio di Stato […] ha negato ai Centri di eleborazione dati (Ced) l’accesso alle gare d’appalto per l’affidamento di servizi di consulenza del lavoro che includono un’attività di contestualizzazione normativa che sottende a valutazioni di carattere tecnico-giuridico non espletabili in via automatica” (da dottrinalavoro.it).

I vocabolari dell’uso sono concordi nell’ammettere soltanto la costruzione transitiva: numerose e autorevoli sono, però, le attestazioni di sottendere a. Al passivo, inoltre, sono attestati sia essere sotteso da sia essere sotteso a: “Ogni sua pagina è sottesa da sterminate conoscenze enciclopediche che vanno dalla biologia alla cosmologia, dalla linguistica alla zoologia e all’etologia” (da cislscuola.it), “La creatività è sottesa a tutte le competenze chiave previste nella relativa Raccomandazione” (da un questionario pubblicato nel sito dell’Università della Basilicata).

Il significato letterale è un tecnicismo della matematica: è detto di una corda che unisce i due punti limite di un arco (una parte di una circonferenza), quindi si colloca sotto l’arco. Da questo significato si è sviluppato quello figurato di ‘stare sotto’, che si può dire di un intento rispetto a una decisione, un significato rispetto a una forma esplicita, un principio rispetto a una conseguenza logica e simili. ‘Stare sotto’ viene declinato nell’uso nel senso di ‘essere alla base, fondare concettualmente’ oppure di ‘implicare, sottintendere’. Entrambe le accezioni sono legittime e ben attestate.

Fabio Ruggiano

Parole chiave: Etimologia, Lingua della burocrazia, Linguaggi tecnico-scientifici, Neologismi, Preposizione, Registri, Storia della lingua, Verbo
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