Sintassi della varietà

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

sto aiutando la mia nipotina che frequenta l’ultimo anno della scuola secondaria di I grado a svolgere degli esercizi di grammatica. Riconosco di essere un po’ arrugginita, ma ritengo che le frasi proposte siano difficili. La professoressa ha proposto delle situazioni comunicative con frasi da completare con il modo e il tempo adatti. Ha anche spiegato teoricamente come scegliere i tempi in base alle regole della lingua italiana, ma le incertezze restano. Riporto solo alcune delle frasi e aggiunto le proposte mie e di mia nipote.

1. Un gruppo di amici decide di andare in vacanza: qualcuno sceglie di partire in treno, qualcuno in auto, qualcuno in aereo. A causa di uno sciopero, la compagnia aerea cancella il volo. Uno dei membri della comitiva dice: “Se qualcuno di voi… (prendere) l’aereo, pazienza! Verrà con me in auto”___ AVREBBE PRESO oppure AVESSE PRESO?

2. Carla si lamenta sempre con la mamma perché ogni pomeriggio deve svolgere una marea di compiti. Stanca di ciò dice: ” Mi piacerebbe una scuola in cui non ci … (essere) compiti”____ SIANO o FOSSERO?

3. Dopo un litigio, Rocco riceve un messaggio minatorio anonimo. Per giorni pensa a chi possa averglielo inviato, ma non riesce proprio a capire. Rocco afferma: “A distanza di un mese, sembra che io non … (avere) ancora compreso da chi… (venire) questo  terribile messaggio”. ____ ABBIA; VIENE/VENIVA/VENGA/VENISSE?

Potreste spiegarmi brevemente il perché delle risposte corrette, soprattutto per la frase 3, in cui mi sembrano possibili così tante risposte?

 

RISPOSTA:

L’esercizio è certamente creativo anche se impegnativo, perché punta l’attenzione sull’uso vivo della lingua, sulla sua variabilità in base alla situazione e sulle tante sfumature di significato rese possibili dalla scelta dei verbi.
La frase più problematica è la prima, nella quale troviamo una proposizione ipotetica, che non ammette il condizionale, ma che non può per logica accettare altra forma verbale che il condizionale passato (o l’indicativo imperfetto, che è funzionalmente equivalente, ma decisamente trascurato). Il dilemma si risolve rilevando che se avrebbe preso è una costruzione sintetica per se aveva pensato che avrebbe preso; essa, cioè, condensa una proposizione ipotetica (se aveva pensato) e una oggettiva (che avrebbe preso), legittimamente al condizionale passato, per esprimere il futuro nel passato. Una simile costruzione non è grammaticalmente impeccabile, ma ha il vantaggio di semplificare un giro di parole ben più lungo ed è, inoltre, non ambigua. Per questi motivi, la sconsiglierei nello scritto e nel parlato formale, ma la considererei adeguata a un contesto informale come quello descritto. Ribadisco, comunque, che nessun tempo del congiuntivo può sostituire il condizionale passato nella proposizione così costruita (se qualcuno avesse preso l’aereo, pazienza esprimerebbe il rammarico del parlante per la possibilità che qualcuno avesse preso l’aereo, che non avrebbe senso nella situazione descritta, nella quale è noto che nessuno ha preso l’aereo): l’alternativa senz’altro corretta è se qualcuno aveva pensato di prendere (preferibile anche a se qualcuno aveva pensato che avrebbe preso, visto che il soggetto della reggente e quello della oggettiva coincidono). Se qualcuno aveva pensato, infine, è preferibile anche a se qualcuno avesse pensato, perché pone l’accento sulla precedenza temporale dell’evento del pensare, non sulla sua scarsa probabilità, che in questo contesto è di secondaria importanza.
Nella seconda frase sono ammissibili entrambi i tempi del congiuntivo da lei suggeriti, per ragioni diverse. Il presente è il tempo richiesto dalla consecutio temporum, visto che lo stato dell’essere è contemporaneo nel presente allo stato del preferire; l’imperfetto, invece, è il tempo preferito nella subordinata completiva quando nella reggente c’è un verbo di desiderio (preferire equivale a ‘volere maggiormente’). Ovviamente, qui la subordinata non è oggettiva, ma relativa, ma la costruzione una scuola in cui non ci fossero è quasi inevitabilmente assimilata a che nella scuola non ci fossero
Nella terza frase non ci sono dubbi su abbia per il primo spazio da riempire. Nel secondo spazio sono ammissibili senz’altro i presenti, che presentano il venire come contemporaneo al momento dell’enunciazione, per sottolineare l’attualità della lettera (il congiuntivo è più formale dell’indicativo, ma semanticamente non cambia niente tra i due modi). Gli imperfetti sono scelte meno felici, perché presentano il venire come precedente al momento dell’enunciazione in modo indeterminato, dando l’impressione che l’evento non abbia ripercussioni nel presente (mentre invece ne ha, visto che il soggetto si sta ancora sforzando di capire). Ammissibili al pari dei presenti sono il passato prossimo è venuto e il congiuntivo passato sia venuto, che sottolineano l’anteriorità del momento della ricezione della lettera rispetto al momento dell’enunciazione.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Registri, Verbo
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