QUESITO:
Recentemente sono stata corretta dopo aver pronunciato la seguente frase: “Vorrei che tu fossi già a casa per quando sarò tornata dal lavoro”.
L’interlocutore sosteneva che avrei dovuto dire per quando tornerò dal lavoro. La mia scelta, secondo lui, era ingiustificata.
Avevo scelto di proposito il futuro anteriore per una ragione che vorrei fosse valutata da voi: indicare la conclusione dell’evento, spostando il mio punto di vista, per così dire, un attimo dopo la conclusione stessa.
Domando: il futuro anteriore può assolvere a questa funzione, anche autonomamente, o ha sempre bisogno, perché sia giustificato, di un’azione futura alla quale sia anteriore (di qui la sua denominazione).
È possibile che questo momento di riferimento sia implicito nel senso generale della frase?
Ho letto su una rivista una costruzione come questa: “Alla fine del 2020 saranno state vendute non meno di 10.000 bottiglie di vino rosato”.
In questo caso non ci sono azioni al futuro semplice, eppure il futuro anteriore mi pare che sia corretto, se si sposta il punto di vista alla fine dell’anno in corso.
RISPOSTA:
Il suo ragionamento è corretto, ma è applicato all’esempio sbagliato. Il futuro anteriore esprime sempre un evento precedente rispetto a un altro evento futuro; questo evento futuro, però, può essere ricavato contestualmente, senza che ci siano verbi coniugati al futuro. Nella frase “Alla fine del 2020 saranno state vendute non meno di 10.000 bottiglie di vino rosato”, per esempio, l’evento futuro è alla fine del 2020, equivalente a quando il 2020 sarà finito. Il futuro anteriore saranno state vendute precede, quindi, la fine del 2020.
Nella sua prima frase c’è un evento futuro (che tu fossi già a casa), rispetto al quale, però, l’evento del tornare è successivo, non precedente. L’avverbio già, infatti, non lascia dubbi sul fatto che la condizione di essere a casa del soggetto 2 preceda l’azione del tornare del soggetto 1 (non a caso già accompagna spesso, al contrario, il verbo al futuro anteriore). In questo caso, il tempo atteso per tornare non può che essere tornerò (o, in un contesto informale, torno).
Fabio Ruggiano