QUESITO:
Mi trovo in difficoltà a capire a fondo un argomento di grammatica italiana. Sono incappata in alcune ambiguità legate all’uso di sapere per esprimere che si è al corrente (o non si è al corrente) di un’informazione. In particolare mi chiedo se in certi casi si debba obbligatoriamente usare il congiuntivo oppure se è ammesso anche l’uso dell’indicativo.
Ad esempio, sono abbastanza convinta che se sapere viene seguito da che il verbo che segue dovrà necessariamente essere all’indicativo presente: «so che non è una persona molto gentile», mi pare anche al negativo «lui non sa che è felice».
Se invece si utilizza se ho alcuni dubbi, si dice: «non so se sia felice» o «non so se è felice»? E nelle frasi negative: «non so se è corretto» o «non so se sia corretto»?
Ma il mio dubbio più grande riguarda i casi in cui si utilizzano gli interrogativi, «cosa/chi/come/dove/quando/perché». C’è una regola chiara in merito?
In generale mi sembra che quando la frase non è al negativo si utilizzi l’indicativo, è così? oppure sono ammesse entrambe?
1) «so chi è Carla» o «so chi sia Carla» (la seconda mi sembra strana, ma non sono sicura che sia scorretta);
2) «so cosa sta facendo» o «so cosa stia facendo»;
al negativo poi ho ancora più dubbi, mi chiedo se sia obbligatorio il congiuntivo o se siano corrette entrambe le versioni, es.:
3) «non so dov’è Carla» o «non so dove sia Carla?»
4) «non so perché parla così» o «non so perché parli così?»
5) «non so quando torna a casa» o «non so quando torni a casa?».
C’è una regola fissa oppure sono ammesse entrambe le versioni?
RISPOSTA:
Quando il verbo sapere introduce una proposizione oggettiva o soggettiva, il verbo della subordinata è di norma al modo indicativo: il congiuntivo, talora agrammaticale (possibile nelle soggettive, quasi mai nelle oggettive), rende la frase innaturale o eccessivamente formale: «So che avete ragione» (agrammaticale: *«So che abbiate ragione»); «Si sa che a Roma si arriva sempre tardi» (al limite dell’accettabilità «Si sa che a Roma si arrivi sempre tardi»).
Quando invece sapere introduce una proposizione interrogativa indiretta introdotta dalla congiunzione se (si tratta di proposizioni dipendenti da sapere negativo, cioè preceduto da non), il verbo è di norma al congiuntivo, anche se l’opzione all’indicativo è sempre possibile, ma più informale: «Non so se sia felice» formale, «Non so se è felice» informale; «Non so se è corretto» informale, «Non so se sia corretto» formale, e così via.
Con gli altri pronomi interrogativi da lei citati, si tratta sempre di subordinate interrogative indirette rette da sapere, e pertanto la scelta più formale è il congiuntivo, quella più informale è l’indicativo. Mentre però nelle interrogative dipendenti da sapere affermativo l’indicativo è del tutto normale (se non preferibile al congiuntivo), in quelle in cui sapere è preceduto da non è il congiuntivo ad essere più naturale, di solito, oltre che più formale:
– «So chi è Carla» meglio di «so chi sia Carla»; «Non so chi sia Carla» meglio (più formale) di «Non so chi è Carla»;
– «So cosa sta facendo» meglio di «So cosa stia facendo»; Non so cosa stia facendo» meglio (più formale) di «Non so cosa sta facendo»; e così via.
– «Non so dove sia Carla?» meglio (più formale) di «Non so dov’è Carla»;
– «Non so perché parli così?» meglio (più formale) di «Non so perché parla così»;
– «Non so quando torni a casa?» meglio (più formale) di «Non so quando torna a casa»;
– «Non so come sia finita la partita» meglio (più formale) di «Non so com’è finita la partita».
In conclusione, nelle subordinate rette da sapere: nelle interrogative indirette introdotte da non + sapere è sempre meglio il congiuntivo; se manca il non va bene anche l’indicativo; nelle oggettive e nelle soggettive è quasi sempre meglio l’indicativo, tranne in rari casi di oggettive rette da sapere al passato preceduto da non, in cui è meglio il congiuntivo: «Non sapevo che Giovanna fosse stata bocciata» è migliore (più formale) di «Non sapevo che Giovanna era stata bocciata».
La cosa abbastanza curiosa dell’italiano, a questo riguardo, è che quando il verbo sapere è preceduto da non si tratta quasi sempre di subordinata interrogativa indiretta, e non oggettiva (o soggettiva); i rari casi di oggettiva negativa sono al passato, ma quasi mai al presente: «Non so che Marta è arrivata» è una frase possibile ma molto innaturale; normale invece la soggettiva: «Si sa che Marta è arrivata». Mentre è normale «Non sapevo che Marta fosse arrivata». In altre parole, il non davanti a sapere introduce una carica di domanda e di dubbio che giustifica la preferenza del congiuntivo rispetto all’indicativo; a questo si associa la consueta tendenza diafasica di preferire il congiuntivo per i contesti più formali.
Fabio Rossi