QUESITO:
Perché il verbo sapere regge spesso la preposizione di in alcune frasi? “Che ne sanno i giovani adesso di quanto fossimo forti”. La frase “Che ne sanno i giovani adesso quanto fossimo forti” potrebbe andare comunque?
RISPOSTA:
La frase “Che ne sanno i giovani adesso quanto fossimo forti” è decisamente trascurata, proprio per la mancanza della preposizione di all’inizio della proposizione subordinata. Il verbo sapere, però, non ha niente a che vedere con la necessità di inserire la preposizione in questa frase. La preposizione è richiesta, invece, dal pronome che che introduce la proposizione reggente. Questo pronome sta per che cosa, quale cosa (in questo caso potremmo parafrasarlo con quali informazioni), quindi ammette subordinate necessariamente introdotte da preposizioni. La scelta della preposizione è dettata dal verbo della reggente se questo richiede effettivamente una preposizione. Per esempio in che gli hai chiesto di fare? è il verbo chiedere a richiedere la preposizione di, tanto che la stessa preposizione deve essere inserita anche senza che: gli ho chiesto di fare… Nella sua frase, invece, se togliamo che la preposizione non è più richiesta (anzi, sarebbe del tutto errata): *i giovani non sanno di quanto fossimo forti.
C’è da dire che sapere può reggere di a prescindere dalla presenza del pronome che. Sapere, però, regge una proposizione retta da di in rari casi come alternativa alla reggenza diretta, con una differenza semantica poco apprezzabile (so di come sei arrivato/so come sei arrivato). Sapere di + proposizione è obbligatorio, invece, soltanto per distinguere sapere ‘capire, rendersi conto, essere a conoscenza’ da sapere ‘essere in grado’: so toccare un nervo scoperto (= ‘sono in grado’)/so di toccare un nervo scoperto (= ‘mi rendo conto’).
Fabio Ruggiano