QUESITO:
Un’ amica mi ha raccontato che recatasi con il figlio al cimitero ha letto su una lapide la data della scomparsa della persona scritta in questo modo: il 8/08/…
Il bambino a scuola ha domandato all’insegnante se fosse corretto e la stessa ha risposto di no, che come abbiamo imparato si scriva l’8.
Vorrei sapere se si possa usare l’altra modalità in casi particolari, come per licenza poetica oppure se si sottintende il giorno, o se sia stato… un errore.
RISPOSTA:
La forma il 8 è agrammaticale: non è possibile, cioè, ricondurla a una regola o a una sua eccezione (ovvero a un’altra regola). La forma corretta è l’8 (come l’1, l’11 e i loro composti), che corrisponde a l’otto (e l’uno e l’undici ecc.). Nel valutare questa forma irregolare dobbiamo, però, considerare il tipo di testo in cui è inserita. Le epigrafi sono scritte in una lingua solenne e altamente formalizzata, che accoglie – in misura proporzionata al gusto dell’autore – latinismi, arcaismi, varianti fonomorfologiche rare, letterarie e preziose, e rifugge, di converso, dalla varietà comune. La lingua delle epigrafi indulge, inoltre, in abbreviazioni ed ellissi, talvolta piuttosto marcate, utili ancora ad elevare il testo, ma favorite anche dalla limitatezza dello spazio a disposizione. Si pensi, ad esempio, alla gran quantità di sigle proprie delle iscrizioni latine (AVC ab urbe condita, COS consul, DOM deo optimo maximo…) e alle formule dedicatorie moderne come A Giuseppe Garibaldi (ovvero questa lapide è dedicata a Giuseppe Garibaldi). Risulta, in quest’ottica, plausibile (ancorché congetturale) la sua idea che la variante irregolare il 8 sia il prodotto di un’ellissi, in particolare del nome giorno.
Fabio Ruggiano