QUESITO:
Buongiorno, mi permetto di contattarvi per un piccolo chiarimento. Spiego brevemente il contesto. Uno degli autisti dell’azienda per la quale io lavoro, stamattina ha visto che gli mancava della merce sul camion. Prontamente lui ha avvertito la ditta. Ascoltando il mio collega mentre avvertiva il mio titolare sull’accaduto, noto che lui finisce la frase in questo modo: “Ora c’è da capire perché gli mancasse” ( nel senso che dovevano capire perché quella merce mancava sul camion). Ecco, il mio dubbio era proprio questo: il mio collega aveva ragione nell’uso del congiuntivo oppure era più corretto dire: “Ora c’è da capire perché gli è mancata”?
RISPOSTA:
L’alternanza tra congiuntivo e indicativo è soprattutto presente nelle interrogative indirette: la causa di tale fenomeno è da ricercarsi forse nella coscienza dei parlanti, che tendono ad annullare la differenza tra interrogative dirette (sempre all’indicativo) e indirette (“c’è da chiedersi perché mancasse” / “c’è da chiedersi: perché è mancata?”). Nel suo caso, entrambe le frasi sono corrette: esiste però una sfumatura diversa. Nell’interrogativa indiretta, l’anteriorità rispetto alla reggente viene espressa da un passato prossimo (meno frequenti l’indicativo imperfetto, il passato remoto o il trapassato prossimo), o dal congiuntivo passato (meno frequenti congiuntivo imperfetto e trapassato). La frase, a seconda dei contesti, può essere resa nei seguenti modi: – c’è da capire perché gli è mancata [mancava / mancò / era mancata]. – c’è da capire perché gli sia mancata [mancasse / fosse mancata]. La soluzione con il congiuntivo, preferibile in contesti d’uso di alta formalità, è più aderente alla grammatica standard; quella con l’indicativo, adatta a contesti d’uso di media formalità, ha il vantaggio di essere più chiara (non c’è bisogno, infatti, di esplicitare il soggetto).
Raphael Merida