Modi e tempi nelle subordinate

Categorie: Punteggiatura, Semantica, Sintassi

QUESITO:

Le seguenti frasi sono corrette ?

1. Diceva che nel matrimonio bisogna / bisognasse avere pazienza e saper perdonare; che fosse dannoso dare tutto per scontato e lasciare che la routine prendesse il sopravento. E che l’unica soluzione fosse mantenere il rapporto sempre vivo. 
2. Quello che mi fece arrabbiare di più, oltre all’ennesimo probabile tradimento, fu che ti presentasti con giacca e camicia stropicciati, cravatta fuori posto e spettinato; una offesa alla mia intelligenza e una conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, del poco rispetto che tu portavi nei miei confronti.                  3. Il proprietario dell’hotel gli chiese se, in caso di necessità, avrebbe / avesse potuto / potesse chiamarlo. 
4. In un lungo e imbarazzante colloquio, la informò delle frequenti e brevi avventure amorose della figlia e che tutti o quasi ne erano / fossero a conoscenza. 
5. La piccola non si aspettava certo un aiuto dalle sorelle, ma che almeno avessero taciuto sì, quello lo aveva sperato.
6. Quella frase di Marco, nonostante avesse capito perché l’avesse pronunciata, la riempì comunque di gioia. 
7. Giulia scordò che proprio il giorno della sfilata, Marco avrebbe dato l’ultimo esame prima della tesi di laurea e che lei avesse / aveva promesso di accompagnarlo.

 

RISPOSTA:

​Nella prima frase l’alternanza tra presente e imperfetto è possibile non solamente nel primo caso (bisogna / bisognasse), ma anche nei seguenti. Ovviamente, se si propende, come lei ha fatto, per l’imperfetto negli altri casi, ci si aspetta bisognasse, ma il passaggio dal presente all’imperfetto sarebbe giustificabile se si volesse ottenere una sfumatura di significato (apprezzabile solamente in uno scritto con aspirazioni letterarie). La differenza tra il presente e l’imperfetto è che il primo caratterizza il pensiero come generale, atemporale, sempre valido, il secondo lo riconduce al piano temporale al quale appartiene diceva, quindi allude al caso specifico di cui il soggetto di diceva stava parlando.
La seconda frase è corretta, tranne per l’accordo tra giacca e camicia e stropicciati (corretto stropicciate). Possibile, oltre a ce ne fosse stato bisogno, anche ce ne fosse bisogno.
Nella terza sono corrette le forme avrebbe potuto (condizionale passato per esprimere il futuro nel passato) e potesse (congiuntivo imperfetto che conferisce una sfumatura ipotetica alla proposizione interrogativa indiretta). Avesse potuto sarebbe la forma corretta solamente se il proprietario si riferisse non al futuro ma al passato (nel qual caso le altre due forme sarebbero scorrette).
Nella quarta sono corrette entrambe le forme; l’indicativo è più comune, il congiuntivo più formale.
La quinta è corretta.
Nella sesta le forme verbali sono corrette. Per maggiore chiarezza, è possibile, ma in fondo non necessario, aggiungere uno dei due soggetti pronominali nel gruppo proposizionale incidentale: nonostante lei avesse capito perché l’avesse pronunciata o nonostante avesse capito perché lui l’avesse pronunciata. Possibile, ma al costo di una certa ridondanza, anche aggiungerli entrambi: nonostante lei avesse capito perché lui l’avesse pronunciata
Per la settima vale quanto detto per la quarta. Bisogna, però, intervenire sulla punteggiatura: “Giulia scordò che proprio il giorno della sfilata Marco avrebbe dato l’ultimo esame prima della tesi di laurea e che lei…”, oppure “Giulia scordò che proprio il giorno della sfilata Marco avrebbe dato l’ultimo esame prima della tesi di laurea, e che lei…”.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Verbo
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