QUESITO:
Domando se le preposizioni che introducono certi cognomi debbano essere scritte con la prima lettera maiuscola, al pari della seconda parte del cognome stesso. Non mi pare che ci sia una regola codificata, almeno a giudicare dalla libertà di scrittura rilevabile dai molti esempi sparsi in particolare nella carta stampata e sul web. Ho però notato che si tende a scrivere la preposizione con la maiuscola quando il cognome non è preceduto dal nome: Venditti e De Gregori. Tendenza opposta, quando il nome è completo: Francesco de Gregori è nato a Roma il 4 aprile 1951.
Domando inoltre se in caso di antonomasie, soprannomi e simili, eventuali articoli e aggettivi prediligono la maiuscola o la minuscola. Tra le formulazioni possibili che ho elencato di seguito, quale consigliereste? «Antonio Vivaldi, supremo compositore del barocco veneziano, era chiamato Il Prete Rosso / Il prete rosso / Il Prete rosso / il prete rosso», a prescindere che si voglia inserire l’espressione tra virgolette.
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RISPOSTA:
Di norma, le preposizioni nei cognomi si scrivono in italiano con l’iniziale maiuscola. Vi è una sola eccezione, ovvero per i cognomi nobiliari, che, per tradizione e convenzione, vogliono la preposizione minuscola, a meno che non si trovino a inizio testo o dopo un punto: in quel caso, prevale la regola ortografica generale che impone l’iniziale maiuscola. Per esempio, il nobile Totò si chiamava Antonio de Curtis (più una decina di altri cognomi e titoli cui teneva moltissimo). Celebri sono le oscillazioni su casi siffatti, la più famosa delle quali è forse quella di Gabriele d’Annunzio, scritto però spessissimo D’Annunzio. Oggi si è deciso di estendere a norma la minuscola, che è la forma con cui fu registrato all’anagrafe. Quindi, senza alcun dubbio, De Gregori, Di Cesare, D’Alema ecc. sempre, indipendentemente dal fatto che siano preceduti dal primo nome. A meno che non sia documentata, richiesta o attestata l’origine nobiliare del cognome per i singoli casi specifici. Anche se l’oscillazione è massima, in casi siffatti, sarebbe bene attenersi, per coerenza e chiarezza, alla norma sopra esposta. Altrettanto dicasi per antonomasie, soprannomi ecc., in cui, di norma, soltanto la prima parola piena (esclusi dunque gli articoli) va scritta in maiuscolo; dunque, per Vivaldi, il Prete rosso, Rossini è il Cigno di Pesaro, mentre Verdi il Cigno di Busseto e Mina la Tigre di Cremona e così via, a prescindere dalle eventuali (e inutili) virgolette.
Per tornare alle preposizioni nobiliari, o comunque ai casi (frequentissimi nei cognomi francesi, per esempio) in cui l’iniziale della preposizione del cognome va scritta con la lettera minuscola, a rigore, in un ordinamento alfabetico per cognome (bibliografia, indice analitico e simili), il cognome andrà collocato sotto la lettera d nei casi di d minuscola (De Gregori), mentre va collocato sotto la lettera della parola successiva rispetto alla preposizione (o sotto la prima parola del cognome) nei casi di d minuscola (salvo eccezioni). Pertanto: Saussure, Ferdinand de; Cavour, Camillo Benso conte di. Parlando o scrivendo, volendo citare solo il cognome di simili personaggi, sarebbe errato dire o scrivere «come diceva di Cavour» o «come ha scritto de Saussure». L’unica forma corretta è invece «come diceva Cavour» o «come ha scritto Saussure».
Fabio Rossi