QUESITO:
Ho letto su alcune grammatiche che per selezionare l’ausiliare da utilizzare nei verbi pronominali che terminano in ci, la, le e ne bisognerebbe guardare l’ausiliare che si utilizza con il verbo quando questo è usato senza pronome. Per esempio, il verbo metterci utilizza l’ausiliare avere, in quanto mettere utilizza il medesimo ausiliare (“Quanto tempo ci hai messo per arrivare alla stazione?”).
Tuttavia, mi chiedevo come ci si comporta quando il verbo può reggere entrambi gli ausiliari come volere, finire, spuntare. In questo caso, per i verbi procomplementari volerci, finirla, spuntarla esiste una regola precisa sull’ausiliare da scegliere per i tempi composti oppure no?
RISPOSTA:
I verbi procomplementari derivati (non con l’aggiunta di si) da verbi che possono avere entrambi gli ausiliari prendono l’ausiliare che il verbo base seleziona nel significato da cui si sviluppa il derivato. Spuntarla, per esempio, vuole l’ausiliare avere perché significa ‘averla vinta’, quindi si sviluppa da spuntare ‘superare’, che seleziona l’ausiliare avere, non da spuntare ‘arrivare all’improvviso’ o ‘divenire parzialmente visibile’, che seleziona essere. Un caso diverso è volerci, che richiede l’ausiliare essere anche se volere seleziona esclusivamente avere (non entrambi gli ausiliari, come afferma lei), diversamente dagli altri verbi formati con ci sulla base di verbi con l’ausiliare avere (per esempio contarci). Questo comportamento è isolato e si può forse spiegare con l’influenza su volerci di volercene, che è impersonale (come si vedrà oltre).
L’ausiliare dei verbi riflessivi, pronominali transitivi e intransitivi è sempre essere, a prescindere dall’ausiliare del verbo base: io ho girato > io mi sono girato; io ho svegliato (qualcuno) > io mi sono svegliato; io ho lavato > io mi sono lavato/io mi sono lavato le mani.
L’ausiliare dei verbi procomplementari è lo stesso del verbo base se il pronome aggiunto è uno solo, tranne si (qualche esempio soltanto di verbi con ausiliare avere: ci ho contato, ci ho messo, l’ho finita, le ho cantate, le ho date, ne ho fatto) o sono ci + la: ce l’ho fatta.
Diversamente, se si aggiunge si da solo o con altri (si + la, le, lo, ne), l’ausiliare è sempre essere (come per i verbi riflessivi e pronominali transitivi e intransitivi): da intendere si forma io ho inteso, ma da intendersela si forma io me la sono intesa e da intendersene si forma io me ne sono inteso (anche se questo verbo non si usa quasi mai nei tempi composti). Lo stesso vale per i verbi procomplementari formati con ci + ne, che sono impersonali: da volere si forma io ho voluto, ma da volercene si forma ce ne è voluta (per il problema dell’accordo del participio passato in questi casi si veda qui).
Fabio Ruggiano