La difficile posizione di “né”

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

Il periodo: “Non c’è niente di anomalo (né) nel rapporto con le cose né in quello con le persone” si sarebbe potuto scrivere anche così: “Non c’è niente di anomalo nel rapporto né con le cose né con le persone” senza commettere errori o operare variazioni di significato?

 

RISPOSTA:

​La posizione del primo  in astratto modifica il significato della frase; in questo caso specifico, il significato rimane grosso modo lo stesso dovunque mettiamo la congiunzione, ma con una piccola sfumatura di differenza: nella prima frase si sottolinea che la mancanza di anomalia riguardi il rapporto con le cose e le persone, e non si evoca alcun’altra entità; nella seconda frase si lascia intendere che la mancanza di anomalia possa riguardare altre entità oltre alle cose e alle persone, quindi si lascia aperta la possibilità che ci sia qualcosa di anomalo nel rapporto con entità diverse dalle cose e dalle persone. La sfumatura tende ad annullarsi perché le cose e le persone rappresentano più o meno tutta la realtà, quindi si farebbe fatica a trovare un’altra entità oltre a queste. Si immagini, però, due frasi del genere, formate sullo stesso modello delle sue: “Non sono in disaccordo né con Luca né con Mario” = potrei essere in disaccordo con altri / “Non sono né in disaccordo con Luca né in disaccordo con Mario” = Non considero la possibilità di essere in disaccordo con altri.
La forma delle due frasi è, comunque, corretta, visto che, nella prima, ha avuto l’accortezza di riprendere rapporto con il pronome quello. Molto meno felice sarebbe stata la formulazione: “Non c’è niente di anomalo né nel rapporto con le cose né con le persone”.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Congiunzione, Pronome
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