QUESITO:
Ho comprato il libro scritto da Professor Ruggiano, Uno sguardo sul verbo: forme, usi, varietà, e non trovo un esempio dell’uso dell’infinito come viene usato in esempio (a).
(a) E’ vero che nei giorni di pioggia la strada si allargava – e io immaginavo il fiume là sotto RUGGIRE al buio, GONFIARSI fino a ESODARE dai tombini. (Le Otto Montagne scritto da Paolo Cognetti)
(1) Posso trasformare la frase in modo esplicito cosi’ (almeno lo penso):
(a1) E’ vero che nei giorni di pioggia la strada si allargava — e io immaginavo il fiume là sotto CHE RUGGIVA al buio, SI GONFIAVA FINCHE (NON) FOSSE ESONDATO dai tombini.
(2) L’uso dell’infinito nella prima frase (a) è “standard”? (a1) e’ corretta?
Ho trovato in altri siti esempi dell’uso dell’infinito (non trovato nel libro di Prof Ruggiano) con i pronomi relativi preceduti con una preposizione:
(b) Cerco una ragazza A CUI regalare la mia vecchia moto.
(2) Come posso trasformare la frase (b) in una frase esplicita.
RISPOSTA:
Il primo caso da lei sottoposto è quello, molto comune e del tutto corretto in ogni livello di italiano, dell’infinito retto da verbi di percezione, che può essere reso con due strutture equivalenti: 1) una relativa, 2) una completiva:
1) immaginavo il fiume là sotto CHE RUGGIVA al buio, SI GONFIAVA FINCHE (NON) FOSSE ESONDATO dai tombini.
2) Immaginavo […] che il fiume là sotto ruggisse […].
Anche l’altro uso dell’infinito da lei segnalato è del tutto comune e corretto in ogni livello di italiano. Si tratta di un uso ellittico:
“Cerco una ragazza A CUI regalare la mia vecchia moto”
Sta per:
“Cerco una ragazza a cui possa regalare la mia vecchia moto”, che è ovviamente una subordinata relativa esplicita. Nel primo caso, il verbo servile è sottinteso, o ellittico.
Fabio Rossi