Il riferimento di “quest’ultimo”

Categorie: Sintassi

QUESITO:

Vorrei sapere se il sintagma quest’ultimo risale sempre fino al nome più vicino in assoluto.
Il dubbio nasce da questo esempio:
“Ho sempre avuto una grande stima per il nonno di Luca e quest’ultimo ha gradito il mio sentimento”.
Chi ha gradito: Luca o suo nonno? Mi domando se sia una questione prettamente logica che prescinde da regole rigide in ambito grammaticale.
Nell’esempio
“Ho sempre avuto una grande stima per il nonno di Alice e quest’ultima ha gradito il mio sentimento” è evidente che il parlante ha in mente Alice e non suo nonno; ma il dubbio rimane, per me. Ci sono regole che stabiliscono in che modo usare il sintagma, oppure ci si affida, come nel secondo esempio, alle declinazioni, quando presenti?

 

RISPOSTA:

Come suggerisce l’aggettivo ultimo, il sintagma quest’ultimo rimanda all’antecedente più vicino possibile. Il problema della sua prima frase è che l’antecedente più vicino possibile è un sintagma complesso, ovvero il nonno di Luca, che raggruppa due possibili antecedenti, il nonno e Luca. A rigore, l’antecedente dovrebbe essere la testa del sintagma complesso, cioè l’elemento che identifica il referente, quindi il nonno, ma di fatto il rimando rimane ambiguo. In casi come questo si può propendere per una proforma più esplicita per evitare l’ambiguità, per esempio … per il nonno di Luca e l’anziano ha gradito… Se, invece, si intende rimandare a Luca si dovrebbe senz’altro evitare quest’ultimo e usare, invece, una proforma come Luca, oppure il nipote.
Nella seconda frase l’ambiguità è disinnescata dalla differenza di genere tra la testa e l’altro componente del sintagma. In questo caso, sebbene si debba in teoria riservare quest’ultimo alla testa del sintagma antecedente, quindi a il nonno, usare quest’ultima per rimandare ad Alice risulta del tutto accettabile.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Accordo/concordanza, Verbo
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