I nomi in “-iere”

Categorie: Italiano e latino Lessico e fraseologia

QUESITO:

Esiste una motivazione storica, eventualmente riconducibile al latino, per cui i nomi di professione maschili in -ere presentano al femminile la forma in -era (cassiere/cassiera, infermiere/infermiera, ingegnere/ingegnera)?

Potreste inoltre aiutarmi a ricostruire in modo dettagliato l’etimologia della parola ingegnere? Nei dizionari etimologici da me consultati si fa riferimento quasi esclusivamente alla derivazione da ingenium, senza ulteriori approfondimenti sullo sviluppo del termine.

 

RISPOSTA:

I nomi in -ere prendono la desinenza -a al femminile perché seguono per analogia la norma dell’italiano per i nomi che designano categorie di esseri umani. Dobbiamo parlare di analogia, e non di motivazione etimologica, perché il suffisso -iere è entrato in italiano non direttamente dal latino, ma attraverso la mediazione del francese. È, infatti, l’adattamento del francese -ier, che continua il latino -ARIU(M).

Se consideriamo i nomi di animali, l’unico in -e mobile è cane/cagna. In questo caso il femminile è formato non per analogia, ma in continuazione di una base *CANIA(M). Per il resto, i nomi di animali in -e sono di genere promiscuo: alce, tigre, pavone

Il nome ingegnere, attestato fin dall’inizio del XIV secolo, indicava all’inizio l’esperto di ingegni, ovvero macchine (in particolare militari). Da questo significato originario si è sviluppato quello moderno di ‘progettista di strutture e impianti’.

Il suffisso latino -ARIU(M) merita qualche parola in più. Fin dal XIII secolo, l’italiano ha importato dal francese o dal provenzale nomi come barbiere, giardiniere, cavaliere, cameriere, portiere. Nello stesso tempo, ha cominciato a formare nomi nuovi usando soltanto il suffisso -iere, ricavato da quei nomi: banchiere, corriere, doganiere, gioielliere, e poi infermiere, ingegnere, bersagliere

-ARIU(M) è stato produttivo in italiano anche direttamente: lo troviamo in parole dotte (soprattutto aggettivi), che continuano le basi latine con un adattamento parziale (beneficiario, lampadario, annuario, ordinario). Sulla base di queste parole antiche, si è generalizzato il suffisso -ario, che è diventato a sua volta produttivo: concessionario, ferroviario, vocabolario. Alcune parole in -ario, però, non sono originariamente italiane, ma sono adattamenti di parole francesi in -aire: rivoluzionario, destinatario

Ancora, -ARIU(M) ha avuto anche uno sviluppo popolare, che lo ha trasformato in -aio: lo troviamo in parole come calzolaio, libraio, migliaio, granaio. Sulla base di queste parole antiche, si è generalizzato il suffisso -aio, che è diventato a sua volta produttivo: porta > portinaio, fiore > fioraio, orologio > orologiaio

Fabio Ruggiano

Parole chiave: Aggettivo, Etimologia, Neologismi, Nome, Storia della lingua
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