Forme del complemento partitivo

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

La mia domanda riguarda i possibili modi di introdurre  la categoria di riferimento nel superlativo assoluto. Tutte le grammatiche che ho consultato si limitano a citare le due classiche possibilità, ovvero la preposizione di con o senza articolo (senza, però, specificare in quali casi l’articolo viene omesso) e l’opzione tra / fra, nel caso in cui la categoria di riferimento sia un gruppo. I parlanti nativi sanno bene che esiste anche la possibilità di ina; non so spiegare, però, quando si possono usare in / a al posto di di e in quest’ultimo caso quando si può omettere l’articolo.

 

RISPOSTA:

Il superlativo relativo si misura, appunto, in relazione a una categoria di cui fa parte l’individuo dotato della qualità. Per questo motivo il sintagma che segue questo superlativo è considerato un complemento partitivo. Ovviamente, un sintagma formato con in o a + nome di luogo non può essere un complemento partitivo. Vero è, però, che può svolgere quasi la stessa funzione si potrebbe dire per metonimia. Se dico, cioè, che qualcuno ha una qualità al massimo grado in un luogo, per metonimia sto dicendo che la qualità è al massimo grado in relazione a tutti gli individui della stessa categoria che si trovano in quel luogo. Ad esempio, “Luca è il più bravo della sua squadra” = ‘Luca è il più bravo in relazione a tutti gli individui che fanno parte della sua squadra” / “Luca è il più brano nella sua squadra” = ‘Luca è il più bravo in relazione a tutti gli individui che si trovano nella sua squadra’, Lo stesso vale, ad esempio, per “L’Empire State Building è il grattacielo più alto di New York / a New York”. La differenza tra il complemento partitivo e quello di stato in luogo in questi casi è effettivamente minima, tanto che i nativi non riuscirebbero a individuarla facilmente. In ogni caso, l’uso del complemento di stato in luogo per esprimere (per metonimia) il partitivo è piuttosto raro (anche se il gusto personale può avere un certo ruolo nella preferenza): in generale è preferito soltanto in alcuni casi quasi idiomatici, come al mondo; per il resto è una possibilità poco sfruttata. Direi che le ragioni per cui le grammatiche non riportano questa possibilità sono proprio queste: si tratta di un uso estensivo ed è piuttosto raro.
Se poi ti interessa sapere perché a volte si usi in e a volte a, questo dipende dalla regola generale dell’alternanza tra queste preposizioni: in Italiain Sicilia, ma a New Yorka Roma… 
La questione dell’articolo è così schematizzabile: tra i nomi propri geografici non richiedono l’articolo i nomi di città e piccola isola, mentre lo richiedono i nomi di Stato, continente e simili (con pochissime eccezioni, come Israele). Neanche questi ultimi, però, vogliono l’articolo quando sono preceduti da in e a (in Italiain Asia). Soltanto i nomi di Stato o simili plurali richiedono l’articolo anche con in anegli Stati Uniti. Vogliono sempre l’articolo, infine, i nomi di luoghi fisici, come il Mediterraneogli Appenniniil Gardale Baleari ecc., perché sottintendono sempre un nome comune (il mar Mediterraneoi monti Appennini, il lago di Gardale isole Baleari). Lo stesso vale anche per quei pochi nomi di luoghi fisici che non sottintendono un nome, come le Alpi (nelle Alpi).  
Questa distribuzione dell’articolo è una di quelle regole che si formano per convenzione e non hanno alla base una motivazione razionale o funzionale. 
Fabio Ruggiano
Parole chiave: Aggettivo, Analisi grammaticale, Analisi logica, Articolo, Italiano a scuola, Preposizione
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