“È stato un piacere aver lavorato con te”

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

“Mi sono emozionato nel vederlo”
“Mi sono emozionato nell’averla vista”
Differiscono solamente per il fatto che la seconda, diversamente dalla prima, indica l’anteriorità dell’evento rappresentato dall’infinito passato, ma sono entrambe corrette?
Senza discostarmi dall’oggetto della domanda, vi chiedo se si possono riscontrare dei contesti in cui l’infinito presente e il passato siano intercambiabili, escludendo qualunque distinguo di carattere semantico.
Mettiamo il caso che ci si voglia congedare da un collega che ha appena presentato le dimissioni; si potrebbe dire indifferentemente
“È stato un piacere lavorare con te”
“È stato un piacere aver lavorato con te”? 

 

RISPOSTA:

l’infinito passato, come da lei stesso ricordato, indica che l’evento o la situazione sia antecedente all’evento o situazione della reggente. Tale regola, però, si scontra con la funzione deittica di questa forma verbale, che colloca l’evento espresso nel passato. A seconda di quale funzione facciamo prevalere, quella anaforica o quella deittica (su questi concetti rimando alla risposta n. 2800175 dell’archivio di DICO), possiamo avere l’una o l’altra versione della frase, entrambe accettabili.
Questo vale per la seconda coppia di frasi; nella prima coppia, invece, la versione con l’infinito passato risulta un po’ forzata, al limite dell’accettabilità. La preposizione nel come introduttore di una subordinata temporale-causale, infatti, indica automaticamente che l’evento contenuto nella subordinata sia contestuale a quello contenuto nella reggente. Questo fa emergere il valore anaforico del tempo dell’infinito della subordinata, quindi richiede che tale infinito sia presente, in linea con la contemporaneità con la reggente indicata da nel. La costruzione diviene pienamente accettabile se, per esempio, sostituiamo la preposizione nel con a: “Mi sono emozionato ad averla vista”. In questo modo la proposizione subordinata, pur rimanendo temporale-causale, non implica necessariamente la contemporaneità con la reggente (ma neanche la esclude: “Mi sono emozionato a vederla”) .
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Preposizione, Verbo
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