QUESITO:
Vorrei sottoporre all’attenzione questo breve dialogo con cui prende avvio un noto racconto di Hoffmann.
«Io credo» disse Lelio «che in proposito la Storia fornisca prove in abbondanza e proprio per questo i cosiddetti romanzi storici, (…), mi paiono roba rivoltante e senza gusto.»
«È soltanto» intervenne Franz prendendo la parola «la profonda verità di tutti questi misteri insondabili che ci circondano a scuoterci con violenza permettendoci di conoscere lo spirito che tutti ci governa e ci determina.»
«Ah,» proseguì Lelio «tu dici “conoscere”! Ah, ma se (…) è proprio questa conoscenza che ci manca!»
«Molti,» lo interruppe Franz «molti sono i chiamati e pochi gli eletti! Non credi (…)? Mi permetto di azzardare un paragone bizzarro: gli uomini, ai quali è stata concessa la facoltà di vedere il meraviglioso, mi sembrano assomigliare a quei pipistrelli, nei quali il dotto anatomista Spalanzani scoprì la presenza di un acutissimo sesto senso (…)»
«Oh Oh,» esclamò Franz sorridendo «allora i pipistrelli sarebbero autentici sonnambuli fin dalla nascita! Ma voglio dire la mia su quest’allegra questione cui hai accennato e notare che quel sesto senso (…) Conosco uno che sembra possedere in larga misura quelle doti di veggente di cui parlavamo. Per questa ragione costui è capace (…) di collegare cose che stanno agli antipodi, fantasticando di strane connessioni che a nessuno erano venute in mente.»
Lelio esclamò allora ad alta voce: «Fermo, fermo, ma questo è il nostro Theodor! (…)»
«In effetti,» attaccò Theodor, che per tanto tempo era rimasto in silenzio (…) «un’avventura capitatami non molto tempo fa.»
«Certo che vorrei raccontarvela,» seguitò Theodor «ma prima, caro Lelio, devo dirti che gli esempi che hai scelto per spiegare le mie doti di veggente non erano dei migliori. (…)
Questo ti serva per capire che, in merito alle mie presunte doti, tu prima hai confuso lo straordinario con il meraviglioso».
Nella quinta parte del dialogo («Oh oh,» esclamò Franz sorridendo «allora i pipistrelli […]) sembra che Franz si sia autointerrotto e parlare debba in realtà essere Lelio.
Inoltre Theodor ha da ridire sui paragoni utilizzati da Lelio, ma a parlare era in realtà Franz.
Anche confrontando edizioni tedesche il dialogo sembra essere proprio composto in questo modo ambiguo.
RISPOSTA:
Come nota lei, nel dialogo fra i tre protagonisti c’è un’incongruenza. Tuttavia, leggendo l’intero racconto Das öde Haus, si può notare come Hoffmann non segua i canoni tradizionali dell’alternanza dialogica; sembra quindi che tale ambiguità, che certamente genera un senso di straniamento nel lettore, sia una scelta stilistica consapevole dell’autore. Sullo stesso passo cito la nota editoriale dell’edizione Giunti del 1997, p. 127: “in realtà, a rigor di logica, dovrebbe proseguire Lelio, così come successivamente Theodor si rivolge a Lelio ma commenta le parole di Franz”. In merito, il curatore dell’edizione italiana aggiunge un’ulteriore nota nella parte finale del racconto (p. 155), dove un personaggio di nome Edwine viene chiamato con un altro nome Edmonde: “Non è chiaro se sia un errore di distrazione di Hoffmann o se anche tramite questo particolare abbia voluto aumentare il senso di incertezza nel lettore”.
Raphael Merida