QUESITO:
E’ risaputo che l’imperativo di “dire” è di’( con l’apostrofo) in quanto ci troviamo di fronte al troncamento di “dici”. Questo “dici” da dove esce? È forse una espressione italiana arcaica?
RISPOSTA:
No, in italiano, di ieri e di oggi, l’imperativo del verbo dire, che deriva da dic (e non dice) latino, è sempre stato di’ (scritto con varie grafie, sebbene oggi l’unica standard sia quella apostrofata). Dunque dici NON è apocope dell’italiano dici, che non esiste (o quanto meno non è contemplato dal sistema verbale dell’italiano standard)! Dici, pure attestato in italiano (substandard) di ieri e di oggi può avere varie spiegazioni (ogni errore, o se preferisce ogni alternativa substandard, ha una sua spiegazione, cioè una sua regola, o più d’una):
- è un tratto dialettale: in Sicilia, molti, quasi tutti, dicono dici, come imperativo, perché c’è nel loro dialetto. Lo stesso dicasi per il napoletano. E’ insomma un tratto di italiano regionale.
- Può essere un’erronea ricostruzione della forma di’, avvertita come apocope da dici (che però, come già detto, non è apocope dall’italiano, bensì dal latino dic, che perde solo la c, non ce/ci, che non esistono).
- Erronea estensione analogica degli imperativi delle altre forme verbali: dunque dici come leggi, prendi ecc., uguali alle seconde persone dell’indicativo.
- Dici può anche essere, in certi contesti, un’estensione dell’indicativo usato come imperativo (cioè il cosiddetto indicativo iussivo): “Ora la finisci e mi porti i compiti” (anziché “Finiscila e portami i compiti”). Ovviamente, se fosse questo il caso (per es. “ora mi dici tutta la verità”), dici non sarebbe un errore.
Fabio Rossi