QUESITO:
Perché da alcuni la parola «d’altronde» (e immagino anche i suoi sinonimi «d’altra parte» e «d’altro canto») viene considerata loc. avverbiale e da altri invece loc. congiuntiva? qual è la differenza?
RISPOSTA:
La definizione più corretta di d’altronde, d’altra parte, d’altro canto e simili è quella di segnale discorsivo, ovvero di parola, o locuzione, che serve a contrassegnare il passaggio da un punto all’altro del discorso o a indicare il punto di vista del locutore o dell’autore del discorso. Dal punto di vista formale, essendo d’altronde (d’altra parte, d’altro canto) formata da due parole (in questo caso preposizione più avverbio), è sicuramente una locuzione. Meglio annoverarla tra le locuzioni avverbiali, dal momento che svolge, negli enunciati, il ruolo di introdurre parti del discorso; ha dunque il ruolo di avverbio frasale o testuale (cioè segnale discorsivo). Dato però che può servire anche a passare da una parte all’altra di enunciato (ed essere dunque una congiunzione testuale, altra etichetta del tutto sinonima di segnale discorsivo), taluni dizionari e grammatiche preferiscono definirla come locuzione congiuntiva: «studia poco, d’altronde all’età sua fanno tutti così». Tuttavia, a ben guardare, d’altronde non funge mai da vero collegamento (come le altre congiunzioni e locuzioni congiuntive propriamente dette: anche se, non di meno, visto che, per la qual cosa ecc.), bensì da introduttore d’enunciato o, per l’appunto, da avverbio frasale. Per questo, riassumendo, l’etichetta migliore è quella di segnale discorsivo, volendo quella di locuzione avverbiale, meno bene di tutte quella di locuzione congiuntiva.
Fabio Rossi