QUESITO:
Ho un dubbio semantico quando scrivo questa frase: “Devo conquistare il Paradiso”. Conquistare significa ‘ottenere qualcosa con fatica, andando contro ostacoli’. Ma è risaputo, per i cristiani, che queste fatiche scompaiono facendo posto alla gioia, in vista del fine gioioso del Paradiso. Scomparendo la fatica, ho l’impressione che scompare anche il senso stesso del termine conquistare (il quale prevede fatica nell’ottenimento di qualcosa). Ho pensato che sia più adatto a questo punto usare il termine conseguire, ma non ha lo stesso carico di significato che voglio dare alla frase (cioè far capire che vi sono ostacoli e fatiche, ma queste scompaiono, facendo posto alla gioia in vista del fine). Quindi, chiedo se sia opportuno cambiare il termine oppure se possa rimanere. Nel caso sia possibile mantenere il termine, chiedo se si debba inserire tra virgolette o se possa essere inserito anche senza virgolette (una sorta di significato sottinteso che non so in grammatica come si chiama).
RISPOSTA:
Le sue riflessioni semantiche su conquistare sono soggettive e non toccano il significato codificato del verbo. Incidono, piuttosto, sul senso che lei vuole veicolare nel suo testo particolare. Per veicolare la sfumatura da lei ricercata, dovrebbe esplicitarla in modo più disteso, piuttosto che affidarla al significato di un singolo verbo. Va sottolineato che proprio il significato dei due verbi modifica la rappresentazione degli oggetti a essi legati. Conquistare si lega a oggetti (in senso lato) raggiungibili attraverso il superamento di ostacoli; conseguire ha in sé il tratto del ‘seguire’ e per questo raffigura l’oggetto come l’esito di un processo (tacendo delle qualità di questo processo). Tanto per chiarire la differenza, si può conquistare una coppa, ma non si può conseguire una coppa, perché comunemente la coppa è considerato il simbolo di una vittoria, quindi allude al superamento di una prova. Anche con vittoria, il verbo conquistare sottolinea la difficoltà, conseguire solamente il risultato. Tipicamente, non a caso, l’oggetto che si consegue è proprio un risultato; molto innaturale, invece, è conquistare un risultato, perché il significato di risultato non è facilmente associabile ‘difficoltà’. E, per fare un ultimo esempio, si può conquistare la vetta di una montagna, ma non si può conseguire lo stesso oggetto.
Conquistare, insomma, rimane, tra i due, il verbo più adatto a un oggetto come il Paradiso, ferma restando la possibilità di sottolineare la natura del tutto particolare delle difficoltà da superare.
Fabio Ruggiano