Congiuntivo subordinato, esortativo e desiderativo: ce ne fosse uno che…

Categorie: Sintassi

QUESITO:

Vorrei sapere se queste frasi sono entrambe corrette:

«Ce ne fosse uno che lavorasse!»

«Ce ne fosse uno che lavori!»

Il “ne” che in questo caso può sostituire ad esempio “di loro”, può essere considerato superfluo?

Inoltre ho un dubbio: come si distingue il congiuntivo esortativo da quello desiderativo?

È chiaro che per esprimere un’esortazione bisogna utilizzare il congiuntivo presente («Impari l’italiano!»), mentre è sbagliato utilizzare l’imperfetto («Imparasse l’italiano!»). Ma se l’imperfetto venisse usato per esprimere una sorta di desiderio, come a dire: «Se solo imparasse l’italiano!», «Imparasse l’italiano…»?

 

RISPOSTA:

È corretta soltanto la seconda frase, perché si tratta di contemporaneità nel presente: io adesso esprimo il mio sdegno che nessuno (adesso, e non nel passato) lavori. Il ne non è scorretto. Lascia intendere che ci si stia riferendo non all’umanità dei lavoratori (o dei non lavoratori) in generale, ma a un gruppo specifico di persone, tra le quali nessuno lavora. Il congiuntivo esortativo è al presente, mentre quello ottativo, o desiderativo, è all’imperfetto, come dice lei: «Impari l’italiano!» (esortativo), «Imparasse l’italiano!» (desiderativo: ‘quanto vorrei che imparasse l’italiano!’)

Fabio Rossi

Parole chiave: Verbo
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