Completiva contro ipotetica

Categorie: Semantica, Sintassi

QUESITO:

Locuzioni e congiunzioni che normalmente richiedono il congiuntivo possono talvolta introdurre proposizioni al condizionale – oltreché all’indicativo futuro – specie se assumono, per così dire, un valore simile a quello delle apodosi del periodo ipotetico quando la protasi è sottintesa?
Alludo principalmente a è probabile chepurchéa patto chea condizione chenon è detto chesempre che e simili.

1. È molto probabile (se ci fosse l’opportunità di uno scontro diretto) che vincerebbe.
2. Potremmo aver bisogno di chiedere loro un preventivo, sempre che i tecnici (se avessimo bisogno di un preventivo) sarebbero abilitati a svolgere questi lavori.
3. Vorrei al caso rivolgermi al professore, a patto che sarebbe propenso a ricevermi.
4. Non è detto che capirà.

Quali elementi devono essere tenuti in considerazione per stabilire in autonomia quando tali usi siano eventualmente corretti? E Inoltre, l’uso del congiuntivo sarebbe comunque valido nei primi tre esempi o
stravolgerebbe il senso generale delle costruzioni?

a. È molto probabile (se ci fosse l’opportunità di uno scontro diretto) che vinca.
b. Potremmo aver bisogno di chiedere loro un preventivo, sempre che i tecnici (se avessimo bisogno di un preventivo) siano abilitati a svolgere questi lavori.
c. Vorrei eventualmente rivolgermi al professore, a patto che sia propenso a ricevermi.

 

RISPOSTA:

Lei mette insieme due costrutti apparentemente analoghi, ma che, invece, sono diversi e comportano una diversa organizzazione della frase. Da una parte abbiamo costrutti impersonali come è probabile che e non è detto che, che reggono una proposizione completiva soggettiva; dall’altra abbiamo congiunzioni come purchéa patto chea condizione chesempre che, che sono tutte varianti, con varie sfumature semantiche, di se introduttore di una proposizione subordinata ipotetica. 
La proposizione soggettiva può avere il condizionale, la ipotetica no, quindi le frasi 1 e 4 sono ben costruite, la 2 e la 3 sono scorrette. Rispetto alla 1, la variante a è più formale (la variante più formale della 4 sarebbe “non è detto che capisca”), rispetto alla 2 e alla 3, le varianti b e c sono quelle corrette.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Analisi del periodo, Registri, Verbo
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