QUESITO:
Qual è la forma giusta tra i due periodi: 1. “Se c’è un tempo per morire, 21 anni e 33 anni non è quello giusto”. 2. “Se c’è un tempo per morire, 21 anni e 33 anni non sono quello giusto”. È o sono?
RISPOSTA:
In realtà, entrambi i periodi da lei indicati sono corretti, visto che in 1 l’accordo del verbo è con il soggetto dell’ipotetica (“tempo”, nonché soggetto logico di “21 anni e 33 anni…”), mentre in 2 con il soggetto della reggente (“21 anni e 33 anni”). Il fatto che in 2 la parte nominale del predicato sia singolare (“quello”) non costituisce alcun problema, visto che il verbo può essere accordato, in italiano, tanto con il soggetto quanto con il predicativo del soggetto (o con la parte nominale). Pensi al seguente caso: “Il suo ritorno è stata una sorpresa” o “Il suo ritorno è stato una sorpresa”. Nei Suoi esempi, inoltre, “21 anni e 33 anni” sono in realtà dei plurali anomali, in quanto il soggetto vero e proprio non è tanto “anni”, quanto “età” (il “tempo” per morire, appunto, che è singolare: l’età di 21 anni o l’età di 33 anni).
Forse, per evitare il più possibile ogni ambiguità e ogni fastidio dovuto a un uso poco razionale della lingua (sebbene nessuna lingua possa essere giudicata secondo un assolutismo razionalistico), propenderei per una terza opzione: “Se c’è un tempo per morire, né 21 anni né 33 anni è quello giusto”. O, meglio ancora: “quello giusto non è né 21 né 33 anni”. Mi pare che in questo modo, con una coppia negativa (né né, vale a dire ‘nessuno dei due’) piuttosto che aggiuntiva (e), il verbo al singolare sia più facilmente giustificabile.
Fabio Rossi