QUESITO:
A sentimento (“fare qualcosa a sentimento”, cioè ‘così come ci viene, a caso’) è un’espressione italiana o tipica siciliana?
RISPOSTA:
L’espressione a mio sentimento è ben attestata nell’italiano, anche se caduta in disuso. Ad esempio nel Dizionario dei sinonimi della lingua italiana di Niccolò Tommaseo (edizione Vallardi del 1867), alla voce Opinione si legge:
A sentimento potrebbe essere un’evoluzione di quella espressione, con lo slittamento semantico da ‘secondo me, per come la vedo io’ a ‘secondo il sentimento (e non secondo la ragione), istintivamente’. Nella formazione dell’espressione hanno senz’altro influito sintagmi avverbiali molto diffusi come a caso, a vanvera e simili, che possono avere significati affini.
Per quanto riguarda la diffusione quantitativa, un piccolo sondaggio nell’archivio del quotidiano “Repubblica.it” rivela appena due attestazioni dell’espressione negli ultimi 10 anni, a dimostrazione della sua connotazione prettamente parlata, poco accettata nello scritto. Per di più, in entrambe le attestazioni l’espressione è tra virgolette, a rimarcarne l’eccezionalità. Ecco le attestazioni:
“In Italia – osserva Le Pera – secondo le stime di UnionCamere ogni anno almeno 218mila giovani fanno uno stage, settore pubblico escluso. E nel 2006 un’azienda italiana su 10 ha offerto la possibilità di stage e tirocini. Eppure spesso le imprese danno informazioni di base un po’ vaghe, e l’aspirante stagista si trova a scegliere un po’ ‘a sentimento'”(30 maggio 2008).
Inoltre, come da tradizione di famiglia, non mancheranno le tartine fatte con pancarrè, caviale, maionese, burro, cetrioli, funghetti, carciofini e capperi. Il primo e il secondo “a sentimento”, in base al cuoco di turno (21 dicembre 2011).
Sempre grazie ad Internet, scopriamo che Andrea Le Pera, colui che parla nel primo articolo riportato, è un giornalista milanese, mentre Francesca Gugliotta, autrice del secondo articolo, è di Castelvetrano, in provincia di Trapani. Sembra, dunque, di poter concludere (ma l’esiguità dei dati suggerisce di essere cauti) che l’espressione sia diffusa da Nord a Sud, ma sia attualmente accettata solamente nel parlato e nello scritto brillante.
Fabio Ruggiano