Doppia consecutio temporum

Categorie: Morfologia, Sintassi

QUESITO:

Vorrei sapere se i verbi sono usati correttamente negli esempi 1-4:
(1) Mi ha chiesto se io lo avrei chiamato quando sarei tornato in Italia
(2) Mi ha chiesto se io lo chiamassi quando sarei tornato in Italia.
(3) Mi ha chiesto se lo avrei chiamato quando io fossi tornato in Italia.
(4) Mi ha chiesto se io lo chiamassi quando io fossi tornato in Italia
Inoltre, so che posso dire “Lo chiamerò quando sarò tornato in Italia”, ma penso che la forma “Mi ha chiesto se lo chiamerò quando sarò tornato in Italia” venga considerata sbagliata dato che non rispetta la consecutio temporum. Giusto?
Altre variazioni della stessa frase con le stesse domande:
(5) Mi ha chiesto se lo chiamerò quando sarei tornato in Italia.
(6) Mi ha chiesto se lo chiamerò quando fossi tornato in Italia.

 

RISPOSTA:

Le forme verbali nelle frasi 1-4 sono corrette (ma eviterei di esplicitare il soggetto pronominale io tanto nella proposizione interrogativa indiretta quanto nella temporale). Per descrivere un evento futuro rispetto a un momento di riferimento passato (mi ha chiesto) nelle proposizioni completive si può usare sia il condizionale passato sia il congiuntivo imperfetto. Quest’ultimo è più formale, ma anche più ambiguo, visto che la stessa forma si usa per esprimere la contemporaneità nel passato. Il congiuntivo imperfetto, insomma, esprime una contemporaneità nel passato proiettata nella posteriorità; il condizionale passato esprime soltanto la posteriorità rispetto al passato. La proposizione temporale descrive un evento da una parte posteriore rispetto al momento di riferimento (mi ha chiesto), dall’altra anteriore rispetto all’evento del chiamare, che diventa un secondo momento di riferimento. In questa situazione si può scegliere se collegare l’evento del tornare a quello del chiedere o a quello del chiamare. Nel primo caso avremo le frasi 3 e 4, con il congiuntivo trapassato che esprime anteriorità rispetto al passato (visto che la contemporaneità e la posteriorità nel passato si comportano come passati); nel secondo caso avremo le frasi 1 e 2, con il condizionale passato che esprime posteriorità rispetto al passato (mi ha chiesto), trascurando il rapporto temporale con il chiamare. Va detto, inoltre, che la proposizione temporale introdotta da quando con il congiuntivo viene a coincidere con la ipotetica (quando fossi tornato = qualora fossi tornato), quindi assume una sfumatura di incertezza.

Nella completiva può essere usato anche l’indicativo futuro, come nelle ultime due frasi, se si vuole sganciare l’evento dal rapporto con il momento di riferimento (mi ha chiesto) e si considera rilevante il momento dell’enunciazione (ora). In questo modo l’evento del chiamare è rappresentato come posteriore rispetto al presente, ovvero come futuro. Se si fa questa scelta (che sarebbe adatta al parlato e allo scritto poco sorvegliato), nella temporale bisogna usare o il futuro semplice tornerò o il futuro anteriore sarò tornato.
Fabio Ruggiano

Parole chiave: Coesione, Lingua e società, Scritto-parlato-mediato, Verbo
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