QUESITO:
Vorrei porvi un quesito di natura semantica. La parola chiave può essere usata correttamente in un contesto di questo tipo, nel quale si vogliono descrivere le penose sofferenze di un soggetto in preda ad una crisi di panico?
“Decodificava tutti gli aspetti della realtà, che cadevano sotto il dominio delle sue percezioni, IN CHIAVE di morte”.
Intendo dire che tutto ciò che vedeva, sentiva, toccava gli evocava l’idea di morte.
RISPOSTA:
Per la precisione, la sua domanda riguarda non la parola chiave, ma l’espressione idiomatica in chiave ‘dal punto di vista, secondo il criterio, in accordo con il quadro di riferimento’. Questa espressione, derivata dalla terminologia musicale (nel pentagramma la chiave indica come devono essere interpretate le note poste in una certa posizione), è quasi sempre seguita da un aggettivo (in chiave umoristica, in chiave religiosa) e meno frequentemente da di + nome senza articolo, come nella sua frase. Si noti che proprio quest’ultima costruzione, meno frequente nella lingua comune, coincide con quella originaria musicale (in chiave di sol). I nomi che possono essere aggiunti all’espressione in chiave di (ma anche gli aggettivi che completano l’espressione in chiave) devono indicare un modo di vedere o di fare, un’ideologia, un insieme di principi, altrimenti l’espressione risulta innaturale; nel suo caso, la morte è un fenomeno, non un modo di vedere un fenomeno, quindi l’espressione non è ben formata. Le suggerisco un’alternativa più semplice, ma comunque elegante: come presagi di morte. Se volesse mantenere l’espressione in chiave, invece, potrebbe modificarla in in chiave mortifera. Si potrebbe pensare che mortifero equivalga a di morte, ma non è così; di morte equivale, infatti, a mortale e in chiave mortale sarebbe malformato al pari di in chiave di morte. Mortifero, invece, significa ‘che porta morte’ o, come in questo caso, ‘che fa pensare alla morte’ (quindi in chiave mortifera ha lo stesso significato di come presagi di morte).
A margine, le suggerisco anche di eliminare le virgole che racchiudono la proposizione relativa; questa, infatti, è limitativa, non esplicativa (su questo concetto può vedere la risposta n. 2800599 dell’archivio di DICO).
Fabio Ruggiano