QUESITO:
1. Gradirei sapere se il congiuntivo passato e il congiuntivo trapassato possono essere considerati tempi anaforici (quali varianti formali rispettivamente del passato prossimo e dei trapassati dell’indicativo).
“Ti aggiornerò domani sul caso e tu potrai pensare se sia stato utile affidare l’incarico al nostro collega”;
“Mi chiamerai e mi chiederai se nel frattempo qualcuno ti abbia cercato a casa”.
In questi esempi dovrebbe essere valido anche il futuro anteriore (su cui vorrei spendere due parole più avanti) in quanto la subordinata è un’interrogativa.
2. Il passato prossimo, inoltre, può assolvere alla funzione anaforica anche quando la principale è al condizionale presente? Un esempio: “Nei prossimi giorni non potrai rifiutarti di mangiare, altrimenti io mi rivolgerei al medico, gli racconterei tutto e lui così saprebbe che hai volutamente digiunato”. È evidente che in tale periodo l’azione al passato prossimo è precedente solo a quella costruita con il condizionale presente.
3. A margine, mi permetto anche di esporre un’ultima perplessità cui ho accennato in precedenza. In uno dei vostri interessanti interventi pubblicati molto tempo fa, si è parlato del futuro anteriore che, secondo la Grande grammatica italiana di consultazione, “ha un esplicito valore deittico ed è inaccettabile nelle proposizioni oggettive e soggettive”. Forse non ho ben assimilato la regola, ma in un frase come
“Non saprai mai tutto quello che ho fatto per te” (che dovrebbe invece essere accettabile, in quanto la subordinata è costruita con il passato prossimo) in che modo si potrebbe stabilire se l’azione sia anteriore esclusivamente a non saprai mai?
Potrebbe, se non erro, essere anteriore anche al momento dell’enunciazione. Usando il futuro anteriore, invece, tale dubbio sarebbe fugato: “Non saprai mai tutto quello che avrò fatto per te”, ossia ‘Oggi ti dico che tu l’anno prossimo non saprai mai quello che nel frattempo (quindi in un lasso di tempo che è successivo all’ora dell’enunciazione e precedente solo a saprai mai) avrò fatto per te”.
Secondo il mio modestissimo parere, senza l’ausilio di opportune congiunzioni e preposizioni, in un esempio scarno come quello sopra riportato, la soluzione con il passato prossimo sarebbe un po’ oscura.
RISPOSTA:
1. Tutti i tempi del congiuntivo sono anaforici, in quanto servono a stabilire un rapporto temporale tra l’evento espresso e quello descritto nella proposizione reggente.
2. Il condizionale presente nella reggente della sua frase funziona allo stesso modo dell’indicativo futuro (in altri casi funziona come l’indicativo presente); nel rapporto con il passato prossimo nella subordinata, pertanto, vale quanto illustrato nella FAQ Sono tempi difficili per il discorso indiretto dell’archivio di DICO. Aggiungo che l’interpretazione deittica del passato prossimo non è esclusa neanche in una frase di questo genere: è possibile, cioè, che il digiuno sia effettivamente cominciato prima del momento dell’enunciazione, non dopo (anche se prima che il medico lo venga a sapere).
3. Quanto ho appena scritto le dà ragione su questo punto; già nella FAQ Sono tempi difficili per il discorso indiretto, infatti, avevo espresso il mio disaccordo con la posizione della Grande grammatica italiana di consultazione.
Fabio Ruggiano